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Haus der Musik, INNSBRUCK - La fida ninfa / Rex Salomon arcam fæderis adoraturus in templo. -di Giulia Clai

"La Fida Ninfa" - Kieran White (Narete), Eline Welle (Elpina), Nicolò Balducci (Osmino), Yevhen Rakhmanin (Oralto) e Vojtěch Pelka (Morasto). Foto Birgit Gufler "La Fida Ninfa" - Kieran White (Narete), Eline Welle (Elpina), Nicolò Balducci (Osmino), Yevhen Rakhmanin (Oralto) e Vojtěch Pelka (Morasto). Foto Birgit Gufler

La fida ninfa
Opera in tre atti (RV 714) di Antonio Vivaldi
Libretto di Scipione Maffei
prima rappresentazione: Verona, Teatro Filarmonico di Verona, 6 Gennaiouary , 1732
Edizione critica di Marco Bizzarini and Alessandro Borin (Ricordi, Milano)
Chiara Cattani Musical Direczione
François de Carpentries Regia e Lighting design
Karine Van Hercke Scenografia e Costumi
Interpreti:
Chelsea Zurflüh Soprano (Licori)
Eline Welle Mezzosoprano (Elpina)
Vojtěch Pelka Controtenore (Morasto)
Nicolò Balducci Controtenore (Osmino)
Kieran White Tenore (Narete)
Yevhen Rakhmanin Basso (Oralto)
Barockorchester:Jung 
Lorenzo Gugole (concertmaster)
Sinni Ricci, Karla Alejandra Bocaz Munoz (violini I)
Raffaele Nicoletti, Pietro Battistoni, Lucrezia Nappini (violini II)
Francesco Venga, Gilberto Ceranto (viola)
Giulio Padoin (violoncello)
Mario Filippini (contrabbasso)
Mauro Pinciaroli (theorbo)
Cecilia Massenzana, Arianna Veronesi (flauti)
Felix Ausserhofer, Franziska Theis (corni)
Mauro Maria Musarra (tronba)
Fabian Gradnitzer (timpani)
17 agosto 2023, Haus der Musik, Innsbruck

Rex Salomon arcam fæderis adoraturus in templo
oratorio in due parti di Tommaso Traetta
Libretto di Domenico Benedetti ePietro Chiari (Venice, 1766/1776)
Edizione: Simone Laghi
Interpreti:
Suzanne Jerome Soprano (Salomone)
Marie-Eve Munger Soprano (Regina di Saba) 
Eleonora Bellocci Soprano (Abiathar)
Grace Durham Mezzosoprano (Sadoc)
Magdalena Pluta Alto (Adon)
Ensemble vocale  NovoCanto, Innsbruck 
Theresia Orchestra 
Christophe Rousset Clavicembalo e Direczione Musicale
18 agosto 2023, Haus der Musik, Innsbruck

Con l’edizione 2023 del Festwochen der Alten Musik di Innsbruck, rinomato festival dedicato alla musica antica con particolare attenzione alla musica barocca, il direttore Alessandro De Marchi chiude la sua permanenza alla conduzione del festival. Durante le settimane del festival sono stati offerti concerti, opere, conferenze e workshop. Come sempre il festival ha seguito diversi leitmotif tra i quali le Rarità di Vivaldi e Tesori Speciali e Suoni Originali.

Il percorso Rarità di Vivaldi è stato focalizzato sul celeberrimo musicista veneziano, la cui opera continua a sorprendere ed affascinare il pubblico, sia attraverso le diverse letture di pagine note, sia grazie a composizioni meno frequentate dagli interpreti, tanto da poter essere considerate rarità, tra queste ultime il dramma per musica in tre atti, su libretto di Scipione Maffei, La Fida Ninfa. Presentata per la prima volta il 6 gennaio 1732 al Teatro Filarmonico di Verona, è stata affidata in questa occasione all’ensemble Barockoper:Jung sotto la direzione di Chiara Cattani con ex partecipanti al concorso Cesti, come interpreti, cantanti promettenti, a volte un po’ rigidi. Quest’opera per la sua trama può essere considerata un dramma pastorale, un idillio onirico, ma presenta tutte le caratteristiche musicali dell'opera seria. E’ una tipica opera barocca con temi mitologici, amore, tradimento e interventi divini. Racconta la storia di Licori, la "ninfa fedele", e di Osmino, il suo promesso sposo rapito e tenuto prigioniero dal pirata Oralto sull’isola di Naxos. Oralto, pirata e signore di Naxos, rapisce poi il pastore, Narete, e le sue due figlie, Licori ed Elpina. Osmino, ora chiamato Morasto, diventa tenente di Oralto, ma nessuno lo riconosce. Il giovane è angosciato alla notizia di altri suoi compatrioti ridotti in schiavitù sull’isola. Il fratello di Osmino, Tirsi, vive anch’egli nell’isola. I suoi genitori gli avevano dato poi il nome di Osmino in memoria del fratello. Osmino/Tirsi si innamora di Licori, ma per attirarne l’attenzione e renderla gelosa, seduce sua sorella. Nel frattempo, il vecchio Narete trova scolpito su un albero i nomi di Osmino e Licori. Nell'opera, ci sono varie trame secondarie e intrecci amorosi, tipici del genere barocco, ci sono malintesi, gelosie e sfide, ma alla fine, per intervento di Giunone, piena di compassione, come in molte opere barocche, l'amore trionfa e tutto si conclude felicemente. Musicalmente quest’opera presenta una partitura ricca e brillante e incorpora molti degli elementi caratteristici dell’opera barocca tra cui spiccano le sue arie e i suoi duetti elaborati. La direzione di Chiara Cattani è precisa ed accurata, attenta ai preziosi dettagli della scrittura musicale, che sa far esprimere al meglio dall’ensemble strumentale Barockorchester:Jung. Gli attacchi sono puliti e la dinamica ricca e puntuale non concede nulla ad ammiccamenti manieristici: esalta le pagine strumentali ed accompagna i cantanti con equilibrato supporto. Come sempre la vera sfida è stata affidare a giovani e talentuosi interpreti una partitura così complessa, e, come accade spesso, la maggior parte di essi ha soddisfatto le aspettative. Chelsea Zurflüh, secondo premio al Concorso Cesti 2022, è stata una Licori sensibile e potente nell’interpretazione di ben quattro lunghe arie molto intense. Il controtenore Vojtěch Pelka ha dato presenza scenica e voce con levità e ricchezza cromatica alle molte arie virtuosistiche che contraddistinguono il personaggio Morasto. Il controtenore Nicolò Balducci (Concorso Cesti 2022) è stato un coinvolgente Osmino per la luminosità del timbro e la chiara musicalità. Il basso Yevhen Rakhmanin ha presentato un Oralto solo vocalmente importante. Nella parte di Narete il tenore Kieran White è stato elegante ma non sufficientemente preciso vocalmente. Il mezzosoprano Eline Welle è stata, infine, una Elpina dal cromatismo coerente e ben calibrato. La regia di François de Carpentries non propone nessuna lettura innovativa così come la scenografia e costumi di Karine Van Hercke: fondali dipinti, tronchi d'albero ad indicare un bosco, una bandiera e una nave pirata da un lato del palcoscenico e una pecora dall'altro a rappresentare i due mondi che si scontrano nella storia. E’ consuetudine che la rappresentazione dell’opera affidata alla Barockoper:Jung e ad ex partecipanti al concorso Cesti sia meno curata e dispendiosa dal punto di vista scenografico e registico ma in passato questi allestimenti hanno mostrato letture sicuramente più originali ed interessanti, tuttavia nel complesso La fida ninfa ha affascinato il pubblico.

Christophe Rousset
Christophe Rousset

Nel percorso Tesori Speciali e Suoni Originali spicca l’oratorio Rex Salomon arcam fæderis adoraturus in templo di Tommaso Traetta (1727-1779), compositore della scuola napoletana, che divenne famoso in particolare per le sue composizioni operistiche e le cui opere furono eseguite nelle principali città italiane come Venezia, Milano e Napoli. Ricoprì vari incarichi come compositore presso le corti di diversi monarchi europei, tra cui l'imperatrice russa Caterina la Grande e il re Ferdinando IV di Napoli. Il suo soggiorno in Russia ha avuto un'influenza significativa sull'opera russa. La musica di Tommaso Traetta, influenzata dagli stili barocco e rococò, ha svolto un ruolo significativo nella transizione dall'era barocca a quella classica. La musica di Tommaso Traetta è nota per la sua eleganza melodica, la scrittura vocale espressiva e la raffinatezza orchestrale. Questo oratorio, su libretto di Domenico Benedetti, che attinge liberamente alle Sacre Scritture, venne eseguito per la prima volta il 16 agosto 1766 presso l’Ospedale per fanciulle dei Ss. Giovanni e Paolo a Venezia. Il genere era pensato totalmente femminile ed è stato così riproposto in questa esecuzione. Christophe Rousset, esperto di questo repertorio, dirigendo la Theresia Orchestra, sottolinea ed esalta con eleganza i bellissimi colori della partitura, soprattutto dei primi violini, dettagliata nelle sue articolazioni, e accompagna le interpreti vocali nelle ardue acrobazie, attento alla preziosità sia delle voci, sia degli strumenti. Non meno il direttore è attento allo stile compositivo dell’oratorio di Traetta, improntato al più puro edonistico piacere musicale. Una particolarità: ciascuna delle cinque soliste ha due arie, per cui non esiste una gerarchia misurabile nel numero crescente di arie in base al grado di importanza. La sinfonia che apre questo oratorio è un’ouverture vivace e sontuosa, ricca di contrastanti livelli sonori, a cui segue un tempo di andante, per finire con un allegro, che alterna passi di ballo alle fanfare dei corni. Il soprano Suzanne Jérosme è stata un re Salomone elegante, agile e sicuro delle sue doti virtuosistiche. Il mezzosoprano Grace Durham ha proposto un Sadoc esaltato dai suoi ricchi armonici e tecnicamente preciso nei vocalizzi. Il soprano Eleonora Ballocci, affrontando con disinvoltura quasi istrionica le acrobazie vocali, ha descritto un Abiathar penetrante e coinvolgente. Meno convincenti sono state le interpretazioni del soprano Marie-Éve Munger, che ha interpretato la Regina di Saba, e il contralto Magdalena Płuta, che dà voce ad Adon. La prima ha superato con evidente fatica le difficoltà dei salti di registro e la seconda, dal timbro forse troppo debole, non è sembrata a suo agio nel confronto coi corni. Bellissimi i recitativi “con stromenti obbligati” per i quali l’orchestra ha dato prova di saper “inventare” mille suoni e colori e di trovare il linguaggio musicale più aderente a quanto viene detto dal testo. Il coro tutto femminile NovoCanto purtroppo ha mancato di incisività negli attacchi e di potenza e così, senza la necessaria struttura vocale, non è stato possibile apprezzare appieno lo spirito delle tre eleganti pagine, all’inizio di ognuna delle due parti e al termine. Il pubblico ha entusiasticamente ringraziato musicisti e cantanti e il direttore.

Ultima modifica il Martedì, 26 Settembre 2023 11:07

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