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VENERE NEMICA - regia Dimitri Milopulos

Drusilla Foer in "Venere nemica", regia Dimitri Milopulos. Foto Serena Gallorini Drusilla Foer in "Venere nemica", regia Dimitri Milopulos. Foto Serena Gallorini

di Drusilla Foer e Giancarlo Marinelli
con Drusilla Foer e la partecipazione di Elena Talenti
direzione artistica Franco Godi
regia Dimitri Milopulos
produzione Best Sound
produzione esecutiva e distribuzione Savà Produzioni Creative
Vicenza, teatro Comunale, 14 febbraio 2024

www.Sipario.it, 16 febbraio 2024

L’estro artistico di Drusilla Foer, personaggio dalle mille sfaccettature, si  rivela più che mai in questa sua nuova produzione Venere nemica, (ri)scritta assieme a Giancarlo Marinelli, un autore che di per sé è una garanzia. Lo spettacolo visto a Vicenza, al teatro Comunale davanti a un tutto esaurito è oggi nuovo, in via di identità fiorita al cospetto di più generi teatrali. Eccolo dunque in una  nuova veste, forte appunto di una drammaturgia considerevole, alla mano di Marinelli, a un’attenta rivalutazione progettuale. Ispirato a una favola di Apuleio, Amore e Psiche, la commedia mette in rilevanza diversi aspetti e diversi temi dell’essere connotandoli bene per aprire a più riflessioni. Detto di come sia attuale il testo, come moltissimi classici del resto, la favola-mito di Apuleio è bella di suo, e andrebbe riscoperta a mio modo di vedere. Offre elementi  di grande raffinatezza, oltre al fatto di far riflettere non poco. E al fatto che al centro della vicenda spunta l’Amore, declinato e sofferto in più diramazioni, sentimento sempre presente ma che qui tocca vette importanti. Accanto all’amore, ahinoi, non può in certi casi che paludarsi la Morte, e qui anche l’Immortalità, si sta sempre parlandi di dei in fondo. La Venere di Drusilla Foer, personaggio d’impatto, talentuosa e irriverentemente ironica, impegnata a confrontarsi con una Psiche di altrettanta bellezza tanto da mettere in mezzo il figlio Amore per punirla, è un po’ fashion e un po’ no, e calatasi fra gli umani prende  casa nella ville lumiére (avendo a che fare coi mortali, come li chiama lei). Finalmente libera degli obblighi di una dea si interessa alle frivolezze, allo shopping ma anche, fortunatamente la si ritrova talvolta ad entrare nei propri pensieri con una concentrazione che le è propria, divina: insomma, è l’una e l’altra, nemica ma anche amica, in un certo senso, ecco. Dei mortali s’intende, quelli che solo lei chiama così in antitesi a Psiche, personaggio di grande poesia al quale dà una precisa connotazione l’attrice Elena Talenti, brava a sdoppiarsi in un dualismo artistico che procede spedito. Amore dunque si impegna per la madre, contro Psiche, ma non riesce nell’intento della stessa, anzi…Va da sé che la nemica Venere non può che indignarsi, a dir poco, nonostante i due giovani riescano anche a seguito di pesanti umiliazioni, e punizioni, a vivere, addirittura sposandosi, con buona pace un po’ rassegnata proprio di Venere. Nemica ma anche, giocoforza, amica. Lo spettacolo scritto da Foer e Marinelli scorre a fuoco lento, intriso di bei momenti di teatro, con una drammaturgia  e qualche effetto scenico che lasciano spazio a più generi. Un teatro quasi metafisico, che tocca coscientemente alcune vette piramidali, poi scende a un più quieto andamento, tra accenni di canzoni peraltro fascinose, come ad esempio La mer, di Trenet. Teatro quasi metafisico, che porta ad  incontrare Giove e Marte, fra gli altri, e conserva una sua aurea dorata, interrogativa per certi versi sull’uomo e sugli dei che in fondo, entrambi chissà cosa volevano davvero dall’esistenza. E poi, si saranno mai interrogati sui ruoli rispettivi, sul loro senso primario? Vita, immortalità, rilettura del mito, e una forza di credere nella vita più di tutto, ecco la Venere e la Psiche di Foer e Marinelli. Drusilla Foer ci mette molto del suo nonostante apparentemente possa sembrare uno spettacolo che dal repertorio di quest’ultima si allontani, ma quei guizzi e quei lazzi ironici ce la riportano, diciamo, sul pezzo, e non ne tradiscono la verve. Cantando e ballando, recitando ammiccando e ironicamente, la sua Venere indirizza lo spettacolo e lo colloca in un genere centrale, tra musical, prosa, cabaret, tutto tra piccole grandi dosi. Tutti da scavare dentro, Venere, Psiche, Amore, tutti, in fondo, da scoprire veramente. Per scoprirci meglio noi.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Domenica, 18 Febbraio 2024 20:00

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