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SCIMMIA (LA) - di e con Giuliana Musso

"La scimmia", di e con Giuliana Musso "La scimmia", di e con Giuliana Musso

di e con Giuliana Musso
testo originale di Giuliana Musso
liberamente ispirato al racconto Una Relazione per un’Accademia di Franz Kafka
traduzione e consulenza drammaturgica di Monica Capuani
musiche originali composte ed eseguite da Giovanna Pezzetta
movimento a cura di Marta Bevilacqua
assistente alla regia Eva Geatti
direzione tecnica Claudio Parrino
costumi Emmanuela Cossar
trucco Alessandra Santanera
produzione musicale Leo Virgili
costruzione elementi scenici Michele Bazzana
assistente alla produzione Miriam Paschini
foto Adriano Ferrara, Manuela Pellegrini
produzione La Corte Ospitale
coproduzione Operaestate Festival Veneto
con il sostegno del Teatro Comunale Città di Vicenza (progetto Residenze 2018 – We art 3)
e con il sostegno di MiC e Regione Emilia-Romagna
consulenza scientifica Valeria Vianello Dri, Annamaria Rossetti, Giovanna Bestetti
un particolare ringraziamento a Tiziana De Mario, Annalisa Carrara, Anna Periz, Paolo Nicli, 
Compagnia Arearea, Damatrà Onlus, Comune di Premariacco
San Ginesio – Ginesio Fest 2023 Chiostro Sant’Agostino 18 agosto 2023

www.Sipario.it, 19 agosto 2023

Fra le letture che suggeriva di continuo, Paolo Villaggio nominava Kafka. Perché, diceva, proietta fin dal primo rigo in un mondo diverso, fantasioso certamente, ma non per questo meno reale del nostro. Anzi: più veritiero del nostro addirittura.

Non è un caso, per cui, che l’edizione 2023 del San Ginesio Festival, dedicata all’arte della maschera e alla sua funzione, si apra proprio con uno spettacolo trattato da Una relazione per un’Accademia di Kafka, La scimmia, interpretato in modo straordinario da Giuliana Musso che ne ha curato drammaturgia e regia.

Trasporre un racconto per le scene è difficile. Descrizioni e pensieri debbono essere tradotti in immagini, tutto va sintetizzato, non vi è spazio per lungaggini. Il teatro, si sa, è il regno della rapidità e dell’immediato. Kafka è un autore che, nonostante una scorrevolezza di stile, invita il lettore ad esitare, a fermarsi per riflettere su un pensiero, su un giro di frase che con sprezzatura sembra buttata lì a caso e invece così non è. In più, trattandosi di uno scrittore estremamente ironico, e in modo raffinatissimo, non si può mai rinunciare a sorridere sebbene non in modo partecipe, ma con una certa dose di benevola compassione. Qualità, queste dell’ironia kafkiana, che si discostano nettamente da quelle di Brecht, che usava il riso per far sì che lo spettatore s’indignasse rispetto a ciò che osservava così da agire e ribellarsi. La storia di questa scimmia, catturata e fatta prigioniera, che decide di percorrere una via d’uscita – essere addestrata e diventare come i suoi carcerieri: un essere umano –, ci fa certamente divertire. Ma non sentiamo un moto di ribellione dentro di noi. Semmai, un desiderio di fermarci per capire: questa via d’uscita che la scimmia ha deciso d’intraprendere a cosa l’ha portata? È stata una salvezza per lei o solo un inganno del quale presto si pentirà? E soprattutto: quando raggiungerà la consapevolezza che tale via d’uscita non è che l’ennesima prigione nella quale si è rinchiusa e da dove fuggire sarà, praticamente, impossibile, la scimmia cosa farà? Come vivrà?

Interrogativi kafkiani che la Musso ha tradotto scenicamente in modo mirabile. Così come l’ironia del nostro autore. La scimmia è vestita alla Charlot, si muove come in una comica da film muto, con accompagnamento musicale solo con pianoforte e un modo di porgere le battute con levità e divertimento, ricorrendo a controtempi per incentivare nel pubblico una risata – sebbene contenuta –, inserendo qua e là, durante il monologo, versi scimmieschi e occhiate espressive, penetranti, mai giudicanti.

Perché il protagonista, sebbene addestrato, non può dimenticare del tutto la sua chimica originaria, la sua biologia più potente della mente e non così selvaggia come erroneamente si può credere.

La Musso, con questa sua rilettura di Kafka, invita il pubblico a giungere a un equilibrio fra corpo e mente, unica condizione per dichiararsi davvero liberi, consapevoli, non nauseati da un Sé che non ci appartiene. 

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Venerdì, 25 Agosto 2023 12:19

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