di Giuseppe Cederna e Augusto Golin
Regia: Ruggero Cara
Scene: Rosanna Monti. Costumi: Alexandra Toesca
Interpreti: Giuseppe Cederna, Alberto Capelli (chitarre e percussioni) e Mauro Manzoni (flauti, sassofoni e clarinetto). Produzione: Art Up Art.
Genova, Teatro dell'Archivolto, 5 febbraio 2016
Nello spazio ristretto di una trincea fatta di sacchi di sabbia, Giuseppe Cederna ha portato al Teatro dell'Archivolto di Genova la propria sintesi personale della Grande Guerra. Lontano dal teatro di narrazione, Cederna mette in scena un monologo di stampo fisico, dove i pochi elementi di scena vengono trasformati negli elementi della narrazione. L'attore vi si muove in bilico ora con passo incerto, ora saltando da un luogo all'altro della scena, il ritmo dello spettacolo è studiato attentamente. Cederna è capace di inscenare, anche grazie ad una musica vera coprotagonista, la furia della battaglia e poi l'immobilità del dramma in atto. Questo avviene grazie all'utilizzo dell'intero spazio tridimensionale che ora è trincea, ora Sarajevo, ora le rive dell'Isonzo. Lo stesso ritmo è riscontrabile anche a livello verbale, con decisi innalzamenti di tono e concitazione nella voce, che si alternano a sottovoce smarriti. Mirabile anche l'uso della mimica, che offre con efficacia la gamma delle emozioni e sentimenti dei personaggi che Cederna, unico attore in scena, impersona con maestria. Unico appunto va fatto per la musica, efficace ma a volte sopravanzante. Oltre a ripercorrere l'arco cronologico delle vicende dal 1914 al 1918, L'ultima estate d'Europa si rivela essere una riflessione intima e personale sulla guerra. Il pubblico dell'Archivolto ha tributato a Cederna e ai due musicisti sul palco numerosi applausi.
Gabriele Benelli