di Agatha Christie
Regia di Giorgio Gallione
Interpreti: Ettore Bassi, Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni,
Maria Lauria, Marco Casazza, Tommaso Cardarelli, Raffaella Anzalone
Scene: Luigi Ferrigno
Costumi: Francesca Marsella
Musiche: Paolo Silvestri
Luci: Antonio Molinaro
Produzione: La Pirandelliana
Teatro Vittorio Emanuele di Messina dal 15 al 17 marzo 2024
Nomini giallo e il tuo pensiero vola ad Agatha Christie. A Trappola per topi, una delle sue opere più celebri, tratta dal racconto Tre topolini ciechi (The Mousetrap) diventata poi una celeberrima pièce rappresentata ininterrottamente per più di 70 anni, dal suo primo debutto a Nottingham il 6 ottobre 1952 e poi al New Ambassador Theatre di Londra (salvo i 14 mesi di interruzione per il Covid 19). Ancora oggi se qualcuno, che mi sta leggendo, si reca nella capitale londinese può vederla al Teatro St Martin’s, previa prenotazione chiaramente, un po' quello che succede al Théâtre de la Huchette di Parigi per La cantatrice calva e La lezione di Ionesco. Lo spettacolo è passato adesso dal Vittorio Emanuele di Messina e come solitamente accade il pubblico premia chiunque elargendo festosi applausi, anche se, invero, il regista Giorgio Gallione, che certamente non è Kenneth Branagh, sembra trattare l’argomento poliziesco come una farsa all’italiana, pure farraginosa in certi momenti. Forse per l’irruenza del suo interprete principale, Ettore Bassi, che non ha niente del sergente Trotter di Scotland Yard, anche se si spaccia come tale, vittima da piccolo di maltrattamenti assieme ad una sorellina e un fratellino, morto quest’ultimo per tutte le torture subite dalla madre adottiva Maureen Lyon. Da qui la filastrocca dei Tre topolini ciechi che Trotter ripete più volte come un mantra, quando le sue indagini in una notte di tempesta di neve a Monkswell Manor, lo conducano nella locanda gestita dai coniugi Ralston, col pensiero rivolto in particolare ai tre responsabili del suo triste passato, identificabili nella Lyon che lui ha già ucciso, (lo spettacolo inizia a sipario chiuso con questa notizia), nella brontolona e zoppicante giudice Mrs Boyle (Maria Lauria), che lui accoltella in un momento di blackout perché aveva autorizzato l'affido dei bambini alla famiglia Lyon, non riuscendo Trotter a compiere il terzo delitto nei confronti di Mollie Ralston (Claudia Campagnola), un tempo maestra dei tre bambini, adesso proprietaria della locanda che gestisce col marito Giles Ralston (Dario Marlini), perché per alcuni disguidi aveva aperto in ritardo una lettera scrittale dal più piccolo, per chiederle aiuto, quando il bambino era già morto. Certamente sono tanti a conoscere il plot, simile ad una faida o un regolamento di conti senza alcuna suspense. E non è un caso se The Mousetrap sia il titolo del dramma rappresentato dagli attori amici di Amleto, nell'omonima tragedia di Shakespeare, su richiesta dello stesso principe di Danimarca, che vuole smascherare l'omicida del padre. S’intuisce subito che l’assassino sia il falso poliziotto. Lo aveva capito già all’inizio il quinto cliente della pensione, il maggiore Metcalf, di Marco Casazza, inviato dalla polizia inglese per proteggere i Ralston e gli altri ospiti, disarmando e arrestando alla fine il falso poliziotto. Piuttosto gli spettatori sembrano più curiosi di vedere-seguire-sentire ciò che dicono gli eccentrici personaggi, che agiscono in un salone un po’ kitsch dell’hotel, dove ti sbattono in faccia una quindicina di applique luminose, situate a media altezza, decorate con le corna di cervidi, poi poltrone, suppellettili e piante sparse qua e là e un’ampia vetrata che si colora di grigio e d’azzurro, dietro la quale s’intravede la sagoma di un cervo e spruzzi di neve. Suscita ilarità Christopher Wren, l’infantile architetto con basco bordeaux in testa vestito da Stefano Annoni, così come incuriosisce il sopraggiungere con ampio cappottone bianco di pelliccia il signor Paravicini di Tommaso Cardarelli che asserisce d’aver avuto un guasto alla sua auto poco distante dall’hotel e non è da meno la presenza della lady tutta black con camicetta fucsia e capelli rossi alla Louise Brooks di Raffaella Anzalone, dal fare misterioso, nel ruolo della signorina Casewell, in realtà la sorella del poliziotto. C’è ancora da dire che i due tempi della pièce di quasi due ore hanno visto varie chiusure di sipario accompagnate sempre da canzoni storiche dei Beatles. Gigi Giacobbe