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PARIAS – di e con Javier Aranda

"Parias", di e con Javier Aranda "Parias", di e con Javier Aranda

di e con Javier Aranda
consulenza alla drammaturgia Diago Lezaun
Compagnia Javier Aranda
teatro Comunale, Casalmaggiore, 6 gennaio 2024

www.Sipario.it, 13 gennaio 2024

Ad un certo punto pare vera quella testa di ‘cartone’ d’un burattinaio cieco e povero che chiede la carità nella sua scatola-casa, mosso da Javier Aranda. Si crede a quell’Amleto liquefatto che scherza col teschio di Jorik e alla fine è beffato dalla morte, giocando con la fiammella di una candela che si consuma come nel monologo di Macbeth. Accade che si sia come risucchiati su quel tavolino immerso nel buio su cui Aranda dà vita a Parias. Nel titolo c’è il tema dello spettacolo. Parias vuol dire emarginati. Aranda si presenta sul palcoscenico con quattro cassette, da cui escono i personaggi di un’umanità ai margini con eco letterarie che spaziano da Amleto, a Les Miserables, da La cantatrice calva e Il Tirannicida. A squassare l’atmosfera dolente e poetica è il ritmo di A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà che fa esplodere una cassetta degli attrezzi da cui fuoriesce una sorta di anziano, simpatico e terribile che cerca complicità col pubblico. Il personaggio alterna le azioni buffe e violente al verbo mato: uccido. Il volto di quel vecchio sdentato, un po’ clown un po’ clochard è simpatico e inquietante al tempo stesso, così come la leggerezza sinuosa della Cantatrice calva che si muove e seduce il suo Aranda, fino a concedergli una fellatio inattesa e poi scomparire nella sua scatola. Ma è il vecchio che promette di uccidere che ruba la scena, chiama una spettatrice, Vera e cerca di sedurla con coltello alla mano. Spetta a questo strano figuro dolce e terribile cambiare la temperatura di uno spettacolo che sa essere comico e triste, dolente e ironico, fino all’uccisione dello stesso Aranda da parte del vecchio clown/clochard. 

Se questi sono i tipi umani che Parias porta in scena, a stupire e trasformare la materia di quelle figure in personaggi con anima e corpo è l’abilità manipolatoria di Javier Aranda che si mostra capace non solo di muovere quelle sue creature, ma di renderle vere, credibili, immagini di un’umanità ai margini in cui lo spettro delle emozioni finisce con l’essere rappresentato e agito con inafferrabile e sensuale poesia. Si applaude a Parias con lo stupore nei confronti di un’abilità manipolatoria raffinata ed elegante. Ci si ritrova scossi da quelle figure marginali che raccontano del buio dell’anima e della fame d’amore. Il pubblico è conquistato dalla magia del teatro che sa parlare al cuore e al cervello, che sa commuovere e stupire, che sa risucchiarti nel buio della scena che s’accende di fantasmi che sono, alla fin fine, familiari. E ciò un poco ci spaventa. Applausi, commossi per un artista del teatro di figura che conquista. 

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Sabato, 20 Gennaio 2024 16:29

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