UNO SPETTACOLO DI FERZAN OZPETEK
con SERRA YILMAZ, TOSCA D’AQUINO, FEDERICO CESARI
e con Toni Fornari, Luciano Scarpa, Tina Agrippino, Sara Bosi, Fabio Zarrella
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
Roma – Teatro Ambra Jovinelli 7-18 febbraio 2024
La particolarità degli adattamenti teatrali di Ferzan Ozpetek, per il suo cinema il discorso è diverso e non è questo il luogo per affrontarlo e fare raffronti, mi ha da sempre, e immediatamente, colpito la sua capacità di creare un’atmosfera. È una sensazione palpabile in termini fisici e di condivisione, perché appena calano le luci in sala per lasciare spazio a quelle sul palco, ci si sente parte della scena; come se si stesse in un salotto insieme ad amici, ad ascoltare le loro conversazioni e, quando lo si ritiene opportuno, si interviene dicendo quello che si pensa. Magnifica Presenza, che ha appena debuttato all’Ambra Jovinelli, riesce in questo piccolo ma significativo miracolo. Lo si può chiamare abbattimento della famosa quarta parete, per usare una terminologia cara alla storia del teatro. A me piace credere che Ozpetek, e penso si tratti di una diretta eredità del suo cinema, non ami fare distinzioni tra attori e spettatori. E per quale motivo poi? Tutto, del resto, fa spettacolo. E allora: ecco che appena calano le luci in sala e in platea entrano Serra Yilmaz, Toni Fornari, Luciano Scarpa e Sara Bosi, fantasmi buoni e benevoli, e si accingono, dopo essersi aggirati fra le poltrone ed essersi guardati attorno con curiosità e un velo di sorpresa, a salire sul palco la cui scenografia raffigura l’interno di un appartamento d’inizi Novecento, il tempo ordinario e quotidiano è come sospeso. Al punto che quando fa il suo ingresso Pietro, interpretato da un bravissimo e dolcissimo Federico Cesari, accompagnato dalla esuberante e simpaticissima cugina Maria: una straordinaria Tosca D’Aquino, ogni spettatore diviene partecipe della storia del protagonista di Ozpetek: si entra in empatia con il suo sogno di diventare un attore, di vedere non vilipeso il suo sogno d’amore nutrito nei confronti di un ragazzo opportunista e volgare che di lui nulla vuol sapere. Ma, soprattutto, si partecipa alla curiosità, ai timori iniziali e poi all’affetto di Pietro nei confronti degli spiriti che dimorano nella casa dove abita, membri di una vecchia compagnia teatrale sfuggita, a suo tempo, alla cattura della Gestapo. Perché sono lì questi spiriti? Cosa li trattiene ancora nel mondo dei vivi? Cosa li può liberare? Una donna, loro amica, che attendono da anni e che Pietro dovrà ritrovare. Magnifica Presenza è la storia di come sia importante assecondare la propria diversità, la follia individuale che anima ciascuno di noi. È Serra Yilmaz a dirlo, quando fa notare a Pietro che l’essere veramente diverso, come lui è, non gli fa porre domande sciocche. Al punto che ogni evento eccezionale gli appare normale. Attenzione: normale, ma non consuetudinario. Uno spettacolo, questo di Ozpetek, che ci fa riscoprire il piacere di ritrovare la straordinarietà nei giorni che, solo apparentemente, si susseguono uguali uno all’altro. In tal senso ho trovato molto indovinata, e ben espressa, la mimica degli sguardi di Federico Cesari: innocenti eppure sempre pronti a sorprendersi. Pierluigi Pietricola