Ideazione, regia, video: Luigi De Angelis
Costumi (video): Chiara Lagani
Vocals: Claron McFadden
Live looping: Emanuele Wiltsch Barberio
Regia del suono: Damiano Meacci (Tempo Reale)
Performers (video): Andrea Argentieri, Mirto Baliani, Consuelo Battiston, Ilenia Carrone, Marco Cavalcoli,
Mirko Ciorciari, Adama Gueye, Chiara Lagani, Beth Lihem, Roberto Magnani, Fiorenza Menni,
Mauro Milone, Joshua Maduro, Marco Molduzzi, Stefano Toma.
Produzione: Muziektheater Transparant, E Production / Fanny & Alexander
Almagià, Ravenna Festival 2022, 6 luglio 2022
The Garden è un complesso spettacolo multimediale scaturito dalla collaborazione tra la compagnia teatrale italiana Fanny & Alexander e la compagnia belga Muziektheater Transparant. Lo spunto alla base del progetto è il fatto che nell'arte molto spesso ricorre il tema della sofferenza umana come soggetto principale e vuole essere la risposta ad alcune domande fondamentali sul tema:" Non siamo forse nient’altro che consumatori del dolore altrui o esiste in noi veramente uno spazio per la compassione? C’è una bellezza sublime nella sofferenza? Un’ambiguità? Quali sono le storie del nostro tempo che riverberano questa sofferenza? Deve l’arte assorbire questa istanza?". Fanny & Alexander, uno dei gruppi più innovativi e trasversali della scena italiana, da sempre vocato alla contaminazione tra diversi linguaggi teatrali e che quest'anno festeggia i trent'anni di attività, e Muziektheater Transparant, compagnia di produzione musicale che crea interazioni tra le voci del barocco ed elementi visuali contemporanei, tra generi e stili classici e moderni, rispondono a queste domande con uno spettacolo dove le struggenti melodie barocche filtrate attraverso le manipolazioni elettroniche di Emanuele Wiltsch Barberio dialogano con immagini su sette schermi in cui altrettante figure drammatiche esprimono il loro personale dolore in modo unico. I sette schermi di The Garden ricordano i polittici dell'arte sacra, uno schermo grande al centro affiancato ai lati da tre più piccoli, dove i personaggi appaiono su sfondi neri anonimi o paesaggi bucolici, inizialmente immobili e inespressivi, poi evidenziando sempre di più la loro sofferenza, a volte sommessa altre più evidente, attraverso il pianto o la sola espressione del viso, quasi sempre in primo piano, tra gestualità accennate o trattenute. Le scene propongono i temi della Passione di Cristo, il giardino di Getsemani, Pilato, impersonato da Marco Cavalcoli, che esprime in maniera efficace il tormento della sua scelta, Ecce Homo, dove i personaggi indossano la corona di spine a sublimare il loro dolore. Questa scena profondamente drammatica viene completata e mediata dalla voce profonda ed espressiva del soprano Claron McFadden, una luminosa carriera nel repertorio barocco in opere a fianco dei più importanti direttori del settore. Posta alla sinistra degli schermi, la cantante esegue alcune arie di Monteverdi, J. C. Bach, Giovanni Legrenzi, Barbara Strozzi e John Downland, spesso stravolte nei tempi e negli arrangiamenti, e offre una interpretazione astratta e irriconoscibile di Strange Fruit, la canzone di protesta di Billie Holiday del 1939 atto d'accusa al razzismo negli stati del sud dell'America. Alla destra del palco il compositore e polistrumentista Emanuele Wiltsch Barberio filtra e manipola in diretta la voce attraverso loop, sovrapposizioni, riverberi e aggiunge suoni avvolgenti e astratti, talora cupi e freddi, in un contrasto che sottolinea l'atmosfera tragica espressa dai video. Uno spettacolo originale e coinvolgente, un quadro barocco musicato di amara bellezza.
Giulia Clai