di John Buchan
regia di Leonardo Buttaroni
adattamento di Patrick Barlow
con Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Yaser Mohamed, Marco Zordan
produzione Glicine Produzioni
Roma, Teatro de' Servi dal 19 dicembre al 07 gennaio 2018
Prendi l'insuperata arte trasformistica d'un Leopoldo Fregoli e ponila in teatro. Cosa mai ne verrà fuori? Uno spettacolo divertente e brioso, capace di divertire e coinvolgere per due piacevoli ore che volano come nulla fosse. È ciò che accade con lo spettacolo 39 scalini, in scena al Teatro de' Servi di Roma per la regia di Leonardo Buttaroni e interpretato dalla compagnia "Cattive compagnie".
Si tratta di una black comedy liberamente ispirata al film di Alfred Hitchcock, a sua volta tratto dal romanzo omonimo di John Buchan. Il tutto ruota attorno alle vicende sfortunate di un ricco uomo d'affari – Richard Hannay (Marco Zordan) – che, ingiustamente accusato di omicidio, per provare la sua innocenza si troverà coinvolto in una inattesa avventura non priva di qualche pericolo e ricca di peripezie: sgominare una banda di delinquenti che detiene un segreto della massima importanza che mai potrà essere rivelato al mondo. Questo lo spunto che darà il via ad una serie di acrobazie sceniche e gustose gags nelle quali tre attori (Alessandro Di Somma, Diego Migeni e Yaser Mohamed) interpretano – uno di seguito all'altro e talvolta contemporaneamente – i trentotto personaggi che popolano la commedia.
Il tutto è recitato con leggerezza, ironia e disinvoltura. Uno spettacolo così impostato potrebbe anche dar luogo a tempi morti fra una scena e l'altra, e i lievi impacci che ne deriverebbero rompere la ritmica incalzante. Ma i quattro interpreti, ben affiatati fra loro, danno il via all'azione e sanno gestirla con ottimo controllo e senso della misura senza far venir meno, in loro, il divertimento della recitazione. Nel mentre che si apprestano a cambiare personaggio e a sistemare la scenografia raffigurante, di volta in volta, un nuovo ambiente – sotto gli occhi del pubblico – non si preoccupano di mostrare l'artificiosità e convenzionalità tipiche del teatro. Il tutto avviene in pochi istanti e con escamotages che ben si inseriscono nella partitura drammaturgica (una porzione di scenario posizionata fuori luogo per distrazione; o una battuta dimenticata, rammentata d'improvviso e di nuovo recitata in maniera corretta).
La comicità di questo spettacolo, oltre che dalla parola, scaturisce dalle situazioni (mimiche e di azioni) che di scena in scena vengono costruite, preparandole con attenzione al dettaglio.
Particolarmente gustosa è risultata essere la recitazione di Alessandro Di Somma e Yaser Mohamed. I due attori, utilizzando e dosando un'ironia che lievemente occhieggia al Tingeltangel di Karl Valentin, hanno aggiunto alla commedia quella sfumatura di colore che le ha permesso di non abbandonarsi mai al rischio di una comicità effettata per strappare qualche risata in più.
Quando il teatro è preso con disincanto e leggerezza, ricordando quel che diceva Savinio – che esso è soprattutto fantasia –, allora si sarà in grado di allestire e offrire al pubblico una commedia brillante come 39 scalini, che caldamente si consiglia di andare a vedere.
Pierluigi Pietricola