tratto dall'omonimo libro di Herman Hesse
Testi e libretto IsaBeau, Regia: IsaBeau, Coreografie: Chiara Valli, Musiche Originali di: Isabella Biffi, Beppe Carletti e Fabio Codega, Scenografie: Roberta Volpe, Costumi: Mitra Abadian, Light Design: Alessandro Velletrani
Con Giorgio Adamo, Paolo Scheriani, Paolo Gatti, Michelangelo Nari, Katy Desario, Chiara Sarcinella, Roberta Serrati, Gaetano Caruso, Daniele Arceri, Benedetta Imperatore, Rosario Capalbo, Margò Volo, Michela Plos
Teatro degli Arcimboldi, Milano dal 7 al 17 febbraio 2013
Siddharta, il protagonista dell'omonimo romanzo di Herman Hesse, è un principe indiano che lascia la sua vita agiata e protetta per compiere un percorso iniziatico di conoscenza e di evoluzione spirituale fino ad arrivare all'illuminazione e diventare Buddha. Lungo il suo tragitto raccoglie esperienze ed incontri che gli rivelano i contrastanti aspetti dell'esistenza: dal sontuoso palazzo paterno, spogliatosi delle vesti di principe per indossare quelle di mendicante, avvicina il guru Gotama per riceverne insegnamento, ma, deluso, prosegue la sua ricerca. Apprende così l'arte dell'amore dalla bella cortigiana Kamala, sperimenta la ricchezza ed i piaceri della vita, poi, stanco di tutto questo, si ritira sulla riva del fiume che aveva attraversato da giovane e qui, in lunghi anni di silenzio e meditazione, giunge a comprendere il senso supremo dell'essere ed a ricevere l'illuminazione.
Questo il senso dell'opera di Hermann Hesse Siddharta. Poema indiano, ultimata nel 1922 dopo un lungo lavorio interiore, dovuto alle sedute di terapia con Gustav Jung, alla rielaborazione della traumatica esperienza della guerra, oltre che allo studio dei valori delle grandi civiltà orientali, da lui avvicinate personalmente nel corso di un viaggio in Oriente. Certo non è facile rendere il suo messaggio spirituale attraverso un musical, laddove la ricerca interiore del protagonista vive di silenzio e non di rumore, di profondità e non di appariscenza.
La cantautrice IsaBeau, autrice di testi e libretto, oltre che regista del musical, si ispira liberamente al libro di Hesse, presentando le vicissitudini di Siddharta con una grande profusione di suoni e di colori, supportati da videoproiezioni che suggeriscono gli ambienti in cui via via il principe si trova ad agire. Lo spettatore è affascinato ed abbagliato da tanta ricchezza visiva e sonora, oltre che dall'entusiasmo dagli interpreti, tra cui spicca Giorgio Adamo, un Siddharta dalla notevole presenza scenica. La sensazione, però, è che il valore filosofico dell'opera di Hesse vada perduto, a favore di una spettacolarità che rimanda, più che alla spiritualità, ad un altro aspetto non meno significativo del mondo indiano: Bollywood. Fusione di Bombay e Hollywood, il termine, usato per definire la cinematografia popolare in hindi gettonatissima dalla sterminata audience del subcontinente, ha ispirato il titolo del musical rappresentato allo stesso Teatro degli Arcimboldi nel maggio del 2009. Anche in quel caso ballerini, cantanti, costumi, luci, scenografie fantasmagoriche avevano sbalordito il pubblico con una realtà ricca di un esotismo insolito che merita di essere conosciuto.
Myriam Mantegazza