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COPPÉLIA - coreografia Alexei Ratmansky

Al centro Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko in "Coppélia", coreografia Alexei Ratmansky. Foto Brescia e Amisano, Teatro alla Scala Al centro Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko in "Coppélia", coreografia Alexei Ratmansky. Foto Brescia e Amisano, Teatro alla Scala

Balletto in tre atti.
Coreografia di Alexei Ratmansky. Assistente coreografo: Kyle Davis.
Musica di Léo Delibes.
Scene e Costumi di Jérôme Kaplan. Luci di Marco Filibeck. Drammaturgia di Guillaume Gallienne.
Con: Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Christian Fagetti, Alice Mariani, Nicola Del Freo, Massimo Dalla Mora, Camilla Cerulli, Claudio Coviello, Matteo Gavazzi, Martina Arduino, Marco Agostino, Massimo Garon, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Manuel Legris e con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri. 
Nuova produzione Teatro alla Scala. Prima rappresentazione assoluta. 
Orchestra del Teatro alla Scala. Direttore: Paul Connelly
MILANO, Teatro alla Scala, dal 17 dicembre 2023 al 13 gennaio 2024

www.Sipario.it, 26 dicembre 2023

La nuova Coppélia del Balletto scaligero

Un’improvvisa malattia, alcune ristrettezze economiche, due lutti, lo scoppio di una guerra e la chiusura dell’Opéra segnarono il debutto del balletto Coppélia creato nel 1870 per il massimo teatro francese. Più fortunato l’incontro del titolo di Léo Delibes con il Teatro alla Scala avvenuto negli ultimi anni dell’Ottocento e seguito, com’è noto, da un avvicendamento di allestimenti e coreografie oggi arricchito con la prima assoluta del nuovo lavoro firmato appositamente da Alexei Ratmansky per il Balletto scaligero. 

Il titolo inaugurale della nuova stagione è un nuovo capitolo del poliedrico repertorio firmato dal coreografo nato a Leningrado e cresciuto a Kiev. Un tassello, questo, dedicato al balletto ambientato in Galizia e coreograficamente ascrivibile al suo peculiare stile neoclassico. La scrittura pensata da Ratmansky per la sua fille aux yeux d’émail potremmo considerarla, infatti, come un fertile e proficuo laboratorio coreografico che ama attingere a piene mani a quella ineludibile tecnica classica qui lavorata, modulata e proposta con esiti inediti. Sono frequenti, per l’appunto, i segmenti del balletto nel corso dei quali emerge un tratto tecnico denso e repentino inscritto in frasi coreografiche e nuances stilistiche nuove coniugate con un sapiente ricorso all’umorismo e alla spontaneità del gesto e dell’interpretazione. Un apparato mimico leggero e di immediata fruizione garantisce allo spettatore una gradevolissima versione del noto ballet symphonique francese offrendo, peraltro, un’eccellente opportunità per gli artisti della compagnia milanese.

Sotto questo profilo vale la pena menzionare, in particolare, l’ottimo cast della serata inaugurale: risoluta, energica e con una tecnica segnata da grande brio è la performance di Nicoletta Manni nei panni di Swanilda, Timofej Andrijashenko dona al suo Franz un’esecuzione molto pulita, con lui i numerosi salti previsti in questa versione godono di tempra e vigore, superata la prova anche per Christian Fagetti che offre al sinistro Coppélius un convincente sviluppo interpretativo in equilibrio tra ira, estasi, entusiasmo, follia e disperazione. Se sfumati e lontani dall’origine ottocentesca appaiono i riferimenti allegorici del terzo atto e se da perfezionare sono alcuni segmenti coreografici del corpo di ballo si può affermare con certezza che l’azione, la trama e i personaggi affidati ai danzatori del Piermarini qui giovano del lineare impianto drammaturgico curato da Guillaume Gallienne abile nel mettere in evidenza i tratti netti e i contrasti di alcuni personaggi, in particolare per Swanilda. Vincente è la scelta di non allontanarsi dalla sinossi originale e dagli intenti del compositore eliminando ogni pretesa di attualizzazione, in definitiva è “una grande occasione per questa meravigliosa compagnia - coma ribadisce Ratmansky - per mettersi in mostra e per mostrare i diversi aspetti, la velocità, l’energia e quello specifico ‘Italian attack’ sul palcoscenico”.

Una nota di merito è da riservare, altresì, all’allestimento che ripropone le visioni peculiari del luogo dove si svolge l’azione. Le ricerche condotte dallo scenografo francese Jérôme Kaplan portano in scena, infatti, i motivi del folklore tipico del paesino ucraino al confine con la Galizia donando un risultato efficace, cromaticamente privo di sbavature. Promossa a pieni voti la direzione di Paul Connelly: difficile trovare, in una produzione di balletto, una bacchetta capace di offrire un così ricco ventaglio di dettagli e di colori.

Se la première di questa nuova Coppélia sarà trasmessa il 28 dicembre su Rai 5 e su RaiPlay, imperdibili saranno le recite in teatro fino al 13 gennaio con un interessante alternarsi di cast. Un’attenzione per lo spettacolo di danza e balletto che il teatro milanese seguita a riservare e quest’anno suggellata anche dall’iniziativa Big Ballerina al Teatro alla Scala nata dalla storica partnership tra il Piermarini e A2A: fino al 7 gennaio un’installazione di light art che ripropone le forme stilizzate di una ballerina classica realizzata da Angelo Bonello illuminerà la facciata del massimo tempio lirico italiano.

Vito Lentini

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Dicembre 2023 13:32

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