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Domenica, 30 Ottobre 2011
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OTELLO - BALLETTO DI ROMA

Fabrizio Monteverde, dopo l’importante successo di critica e pubblico riscosso nelle scorse stagioni dal suo Giulietta e Romeo, torna con una nuova versione dell’Otello (su musiche di Antonin Dvorˇák), in cui rivisita il testo di Shakespeare lavorando soprattutto sugli snodi psicologici che determinano le dinamiche dei rapporti ambigui e complessi nel triangolo Otello-Desdemona-Cassio, dove i tre vertici risultano costantemente intercambiabili grazie agli intrighi di Jago e alle varie maschere del ‘non detto’ con cui la Ragione combatte – spesso a sua stessa insaputa, ancor più spesso con consapevoli menzogne – il Sentimento. L’ambientazione costante in un moderno porto di mare (un dichiarato omaggio agli sgargianti fotogrammi fassbinderiani di Querelle) chiarisce e amplia l’intuizione di base: se Otello davvero è, com’è stato sempre, un “diverso”, un outsider non tanto per il colore della pelle quanto per il suo essere straniero, ovvero qualcuno abituato ad altre regole del gioco, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di zona franca, un limbo dove si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità dove tutte le pulsioni vengono pacificamente accettate come naturali e necessarie proprio per il semplice fatto che lì, nel continuo brulicare del ricambio umano, lo straniero, il diverso, il barbaro non esistono. Precoce dramma romantico, l’Otello ben si presta alla lettura elaborata da Monteverde, dove anche l'enfasi di Dvorˇák trova una sua pertinente collocazione fungendo spesso da sottile contrappunto ironico all’azione dei personaggi.

Domenica, 30 Ottobre 2011
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L'ASTICE AL VELENO

«L’astice al veleno è una commedia che ho scritto nell'autunno del 2010. Protagonisti sono Barbara e Gustavo. Lei è un’attricetta amante addolorata e delusa del regista dello spettacolo che sta provando, Gustavo è un pony express che porta in giro pacchi dono per il Natale imminente. La vicenda nasce infatti, e finisce, nella giornata del 23 dicembre, e si svolge nel teatro dove Barbara debutterà tra pochi giorni. In scena con i protagonisti ci sono quattro statue facenti parte della scenografia: una lavandaia del Cinquecento, uno scugnizzo di Gemito, un poeta rivoluzionario tratto dal Regno delle Due Sicilie e un ‘munaciello’, figura mitologica dell’iconografia popolare napoletana che si esprime come un primitivo. Barbara parla con con queste figure inanimate che nella sua fantasia prendono vita, e solo lei (con il pubblico in sala) le vede “vivere”, come gli amici immaginari dei bambini... ma quando in teatro arriva Gustavo vestito da Babbo Natale, e anche lui vede le statue che si muovono, è il segno che tra i due c’è molto in comune…».

Vincenzo Salemme

Domenica, 30 Ottobre 2011
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IN QUESTE STAGIONI FURIOSE

L’opera di Raymond Carver, uno dei più grandi romanzieri americani, considerato erede di Hemingway, in realtà artista dall’originalità spiccata e capace di raccontare l’animo umano fin dentro le estreme sue pieghe, ben si presta ad essere narrata e posta sul palcoscenico. Maddalena Crippa e Andrea Nicolini propongono in questo recital alcuni dei racconti più forti e coinvolgenti della vasta opera dell’autore americano, storie di uomini nel quotidiano scontro con le miserie dell’esistenza, storie di coppie che vedono morire impotenti la loro storia d’amore nel caldo pomeriggio di un motel (Gazebo), o terremotate dalla semplice e terribile scoperta di antichi e mai confessati tradimenti (Vuoi star zitta, per favore?). I testi di Carver si alternano alle musiche originali per pianoforte solo di Andrea Nicolini eseguite dal vivo da Caterina Picasso.

Lunedì, 14 Novembre 2011
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ENRICO VIII

Spazio scenico polidimensionale in cui il pubblico interagisce, scene a forte impatto spettacolare per quello che è l’ultimo dramma scritto da William Shakespeare. Trionfo di un’illuminata monarchia, il dramma ha il suo punto di forza nei temi, nelle vicende e nel poetico tratteggio dei suoi numerosi personaggi, tra cui spiccano il passionale Enrico, l’intrigante Wosley e Caterina, la regina abbandonata che conclude la serie delle figure femminili dei “romances”.

“Questa volta” dice l’autore “non vengo a farvi ridere; abbiamo da presentarvi cose gravi accigliate e tristi per alti travagli: scene di dolore d'una tale maestà e nobiltà da strapparvi dagli occhi fiumi di pianto. Quelli d'animo tenero e pietoso potranno ora, se vogliono, versare una lacrima; la vicenda la merita. Chi ha speso il suo denaro con la viva speranza di veder cose credibili, questa volta vedrà cose vere”.

Lunedì, 14 Novembre 2011
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ODIN TEATRET NORDISK TEATERLABORATORIUM

ORME SULLA NEVE

Ogni spettacolo racconta una storia. I personaggi che appartengono al mondo della finzione diventano realtà credibile per lo spettatore grazie alla tecnica dell'attore. In ORME SULLA NEVE é la tecnica stessa che diventa protagonista. L'attrice, in prima persona dialoga, esponendoli, con i segreti che precedono e seguono la costruzione di un personaggio e la creazione di uno spettacolo. La tensione che caratterizza ogni dramma appare in questo spettacolo/dimostrazione di lavoro attraverso un confronto tra il comportamento quotidiano dell'attrice e la sua trasformazione in comportamento scenico.

“Chi viaggia incontra qualcosa di nuovo. Ma non dimentica mai ciò da cui si sta allontanando. L’orizzonte delle conoscenze si dilata, ma non si tratta di vere scoperte. La vera scoperta è quando lentamente affiora ciò da cui il viaggio sembra liberarlo: “le ferite”. Si aprono gli occhi nel momento in cui lo sguardo è concentrato altrove” Eugenio Barba

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