OTELLO - BALLETTO DI ROMA Fabrizio Monteverde, dopo l’importante successo di critica e pubblico riscosso nelle scorse stagioni dal suo Giulietta e Romeo, torna con una nuova versione dell’Otello (su musiche di Antonin Dvorˇák), in cui rivisita il testo di Shakespeare lavorando soprattutto sugli snodi psicologici che determinano le dinamiche dei rapporti ambigui e complessi nel triangolo Otello-Desdemona-Cassio, dove i tre vertici risultano costantemente intercambiabili grazie agli intrighi di Jago e alle varie maschere del ‘non detto’ con cui la Ragione combatte – spesso a sua stessa insaputa, ancor più spesso con consapevoli menzogne – il Sentimento. L’ambientazione costante in un moderno porto di mare (un dichiarato omaggio agli sgargianti fotogrammi fassbinderiani di Querelle) chiarisce e amplia l’intuizione di base: se Otello davvero è, com’è stato sempre, un “diverso”, un outsider non tanto per il colore della pelle quanto per il suo essere straniero, ovvero qualcuno abituato ad altre regole del gioco, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di zona franca, un limbo dove si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità dove tutte le pulsioni vengono pacificamente accettate come naturali e necessarie proprio per il semplice fatto che lì, nel continuo brulicare del ricambio umano, lo straniero, il diverso, il barbaro non esistono. Precoce dramma romantico, l’Otello ben si presta alla lettura elaborata da Monteverde, dove anche l'enfasi di Dvorˇák trova una sua pertinente collocazione fungendo spesso da sottile contrappunto ironico all’azione dei personaggi. |
Teatro del Giglio Cartellone 2011-2012 : Otello - Balletto di Roma

La Redazione
Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.