ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
scene, maschere e costumi Ilaria Ariemme
produzione Teatro Franco Parenti, Teatro dei Gordi
San Ginesio – Ginesio Fest 2023 Chiostro Sant’Agostino 22 agosto 2023
Raramente si è fatta ironia sulla morte senza scadere nel grottesco. Non è una colpa, né una mancanza di stile. Semplicemente, il tema conduce di suo a quella via e la si percorre senza accorgersene. Sulla morte senza esagerare, spettacolo di Riccardo Pippa, è una vera perla di arte teatrale in quanto è riuscito ad ironizzare sul tema del trapasso umano praticando un umorismo grazie al quale è possibile ridere senza provare alcun sentimento del contrario. Anzi, a fine spettacolo si va via divertiti e, forse, con una idea della morte meno terrificante. Innanzitutto ci si trova di fronte ad uno spettacolo senza parole. Il testo drammaturgico consiste in una serie di situazioni, gag, scenette, microstorie che vengono mimate dall’inizio alla fine. Per di più, gli interpreti indossano sul volto una maschera. Quindi, per esprimersi, si avvalgono esclusivamente del corpo, di movimenti che sottolineano situazioni giovandosi, quando necessario, di vari accompagnamenti musicali. In un luogo non precisato e non di questo mondo, seduta su una panchina vi è Morte che attende. Chi? È un’atmosfera dove regna un silenzio di tomba. D’improvviso, la luce d’un lampione si spegne e si accende più volte. Pare stia per fulminarsi. Invece segnala l’arrivo di qualcuno. Persone che stanno per passare a miglior vita. Morte è pronta ad accoglierle. Quando arrivano le anime, eccola indossare un cappuccio che le copre parte del teschio. Poi si alza, suona la campana, le anime vanno verso di lei per entrare, finalmente, nell’Al di là. Ma qualcosa non va per il suo verso. Perché nessuna di queste anime, eccetto due, sembrano convinte di passare a miglior vita appena vedono Morte. Non ne sono spaventati, ma la osservano increduli, disincantati. E così, Lazzari redivivi, decidono di tornare indietro e continuare a esistere per qualche anno ancora. Persino un anziano, più volte suicida, preferisce resuscitare. Cosa può fare Morte a questo punto? Prova, rassegnata, a fumare da un lobo oculare senza occhio un sigaro. Ma neppure questo le riesce perché l’accendino non funziona. Neanche l’intervento dell’Arcangelo, vagamente somigliante ad Einstein, servirà a sistemare la situazione. Anche Morte dovrà morire e lasciare spazio ad una Morte più giovane che prenderà il suo posto. Tutto questo è rappresentato solo mediante la gestualità. E straordinari si sono mostrati gli interpreti (Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti e Matteo Vitanza) nell’aver saputo usare il corpo con tale misura, eleganza e ritmo da lasciare sbalordito il pubblico. Tempi comici tipici della recitazione verbale applicati alla mimica e una scrittura degna delle migliori comiche di Laurel e Hardy: questo è, in sintesi, Sulla morte senza esagerare. Uno spettacolo che mostra quanto potente siano maschera e corpo: l’essenza dell’Attore come strumento, come poesia in azione. Vedere tutto ciò realizzato con tale sapienza e leggerezza, è un miracolo del quale bisogna sentirsi fortunati e grati per avervi assistito. Pierluigi Pietricola