con: Alberto Branca, Massimiliano Grazioli, Alessandro Davo
testo e regia: Massimiliano Grazioli
produzione: Controsenso
Visto a Parma, al Teatro al Parco, stagione Briciole Solares, 10 marzo 2024
Sulle tracce di Marco Polo con Italo Calvino mescolando diverse forme di comicità Un carretto pieno di tante cose, trasformabile, dalle diverse sorprese, tre attori/ viaggiatori che pasticciano storie, tra Calvino e Marco Polo, mappe e lunghi percorsi attraversando deserti e paesi, litigando, scherzando, facendosi dispetti, con la consapevolezza di essere comunque a teatro e bisogna quindi sapersi trasformare, diventare altro, nuovi personaggi, conquistare il pubblico, trovare il modo di arrivare a un finale, diverse le battute di metateatro, di gioco interno, chiamando a tratti come testimoni o complici gli spettatori. Valeria Ottolenghi
Vestono disordinatamente all’orientale Alberto Branca, Alessandro Davo e Massimiliano Grazioli (che firma drammaturgia e regia), interpreti buffi, improbabili, dalla comicità varia, tra citazioni, richiami letterari, riti interni e battute comiche. Soliman, Lothar e Baduc, questi i nomi, sembra si trovino lungo una strada dove attirare gente: perché loro, dopo aver viaggiato a lungo e aver accumulato esperienze e visioni (diverse proprio da Calvino) pensano di potersi guadagnare da vivere (almeno per mangiare: ritorna spesso la fame), diventando narratori ambulanti. Ci sarebbe qualcuno disposto a pagare per il piacere dell’ascolto?!
“Arriviamo da molto lontano”: certamente c’è stato un tempo in cui la vista di cose straordinarie giungeva, attraverso l’immaginazione, dalle parole di chi era partito tempo prima, era stato in altri paesi e aveva quindi cose incredibili da svelare, uomini, animali, eventi inattesi, meravigliosi, sorprendenti. Anche città? Certo! E “Racconti delle città invisibili” è il titolo di questo spettacolo visto al Teatro al Parco una domenica pomeriggio, inserito nella programmazione della stagione Briciole/ Solares.
“Siamo viandanti e cantastorie”. Si contraddicono, cercano ricordi, si travestono - e c’è chi, sentendo parlare di filo del racconto comincia a srotolare un gomitolo di lana rossa. Si ride anche delle parole che si inseguono per diverse vie. “Neghittoso? Ermetico, metafisico, analgesico?”. La cerimonia della sacra reliquia: sì, sì, è un manoscritto proprio di Marco Polo! “Solo con gli occhi del cuore si potrà rompere il sigillo”: questa la profezia. Versi in rima: una via per arrivare al tesoro. La città di Isadora: lì i palazzi hanno scale a chiocciola incrostate di chiocciole marine. Baduc ha un sogno nel cassetto, così dichiara: la musica! Anche lui potrebbe raccontare una storia? Certo: prende il via un cunto, quasi del tutto incomprensibile, ma con un bel ritmo. Ersilia è un insieme intricato di fili, ricostruita più volte in posti diversi. Lothar ha difficoltà con le metafore che prende ogni volta alla lettera, come per “acqua in bocca” o “butta un occhio”. E se provassero con una storia d’amore? S’immaginano nuove avventure: trovando magari un’isola sconosciuta? - che però, in quanto tale, non si trova sulla carta geografica. “I racconti delle città invisibili” - produzione Controsenso - intreccia diversi tipi di comicità, anche fantastica, surreale.