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FALSTAFF.  TUTTO NEL MONDO È BURLA - regia Manuel Renga

"Falstaff", Pellegrini, Borghini, Bar, Quilico, Di Paola, Marini, Covatta, Bonfatti, Vassallo. Foto Roberto Ricci.j "Falstaff", Pellegrini, Borghini, Bar, Quilico, Di Paola, Marini, Covatta, Bonfatti, Vassallo. Foto Roberto Ricci.j

Commedia lirica in tre atti, libretto di Arrigo Boito
Musica di GIUSEPPE VERDI
Casa Ricordi, Milano
Arrangiamento per ensemble a cura di ALESSANDRO PALUMBO
Cast
Sir John Falstaff FRANCO VASSALLO 
Ford, marito di Alice ANDREA BORGHINI
Fenton VASYL SOLODKYY
Dott. Cajus   BONFATTI
Bardolfo, seguace di Falstaff ROBERTO COVATTA
Pistola, seguace di Falstaff ANDREA PELLEGRINI
Mrs. Alice Ford ILARIA ALIDA QUILICO
Nannetta, figlia d’Alice e Ford VERONICA MARINI
Mrs. Quickly ADRIANA DI PAOLA
Mrs. Meg Page SHAKED BAR
Maestro concertatore e direttore ALESSANDRO PALUMBO
Regia MANUEL RENGA
Scene e costumi AURELIO COLOMBO
Luci GIORGIO MORELLI
Movimenti Scenici GIORGIO AZZONE
QUINTETTO D’ARCHI KYIV VIRTUOSI E ENSEMBLE DI FIATI LA TOSCANINI
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini, nell’ambito della residenza artistica dei Kyiv Virtuosi nella Stagione 2023/2024 de La Toscanini
Teatro Giuseppe Verdi di Busseto, sabato 30 settembre 2023
Festival Verdi 2023

www.Sipario.it, 7 ottobre 2023

Anche quest'anno, il Teatro Verdi di Busseto è stato destinazione del Festival Verdi 2023 di Parma. E' un piccolo teatro con la sua platea da una settantina di posti, quando viene aperta la buca dell'orchestra, con due file di palchi e un loggione: al massimo può contenere 220 spettatori. Da due anni il piccolo teatro è destinatario di progetti musicali appositamente creati che possono richiedere quel massimo di organico strumentale che possa stare nel piccolo settore orchestrale. L'anno scorso si è optato con una riadattamento del Rigoletto per ensemble di fiati e pianoforte curata dal giovane direttore Alessandro Palumbo. Operazione originale, ma non estranea a quanto accadeva in passato quando la divulgazione dell'opera era affidata a tutta una serie di riduzioni, adattamenti, per qualsiasi tipo di organico strumentale e per qualsiasi situazione. Anche in questa edizione 2023, Busseto ha avuto il suo spettacolo lirico appositamente dedicato con questa formula della trascrizione integrale per organico ridotto, affidato qui a un quintetto di fiati (i Kyiv Virtuosi), con settimino di fiati (l'ensemble della Toscanini) e pianoforte (Gianluca Ascheri), quindi un organico di 13 strumentisti, con trascrizione sempre curata da Alessandro Palumbo, direttore musicale. Il suo adattamento si fa carico di rendere appieno la struttura che sostiene il libretto di Boito rielaborato da alcuni drammi di Shakespeare che ripercorre l'esistenza finale del condottiero inglese del XV sec., sir John Falstaff. Del librettista fu l'idea, contro l’iniziale diffidenza di Verdi, a inserire nella trama, come un ricamo, gli incontri fra Fenton e Nannetta, estranea alla vicenda originale ma parte di una storia d’amore. Complice anche lo spazio ristretto, l'impressione è quella di assistere ad una sorta di varietà musicale, sospeso tra comicità e grottesco. Tutto scorre velocemente in palcoscenico, in una sorta di complicità implicita a quanto Giuseppe Verdi si era ripromesso nel mettere in musica:«Sono quarant’anni che desidero scrivere un’opera comica, e sono cinquant’anni che conosco Le allegre comari di Windsor; pure… i soliti ma, che sono dappertutto si opponevano sempre a far pago questo mio desiderio. Ora Boito ha sciolto tutti i ma, e mi ha fatto una commedia lirica che non somiglia a nessun’altra. Io mi diverto a farne la musica; senza progetti di sorta, e non so nemmeno se finirò…ripeto: mi diverto…Falstaff è un tristo che commette ogni sorta di cattive azioni…ma sotto una forma divertente. E’ un tipo! Son sì vari i tipi! L’opera è completamente comica!». Nel febbraio del 1893, con Verdi ottantenne, l'opera ebbe il suo battesimo al Teatro alla Scala di Milano: tra il pubblico Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Giuseppe Giacosa, Giosuè Carducci, e fu trionfo. Qui a Busseto l’allestimento, tra tavoli che si compongono in varia maniera, qualche sedia, un dondolo e un piccolo scrittoio che costituiscono l'essenzialità di una scena curata da Aurelio Colombo, permette al regista Manuel Renga, coadiuvato dalle luci di Giorgio Morelli e i movimenti scenici di Giorgio Azzone, di concentrarsi sul gioco tra le parti, tutte coinvolte nel gabbare il povero protagonista, ultimo esemplare della serie dei miles gloriosus. Il cast variamente composto da giovani interpreti e artisti più esperti ha consentito di elaborare uno spettacolo elegante per quella ambientazione in stile inglese post bellico, sobrio nei gesti, ma capace di ricostruire una sorta di giochi in scena tipici dell'operetta viennese di un periodo, anni '20, ormai sul viale del tramonto. La trascrizione di Palumbo, tra inserimento del pianoforte come accompagnamento e la scrittura dei fiati, il diretto contatto tra palcoscenico e pubblico, restituiscono un clima da vaudeville, dove tutti si rincorrono sulle note del pianoforte, eppure tutto gestito con stile ed eleganza specie nella gestione delle voci. Su tutti il baritono Franco Vassallo, che "canta" la parte del protagonista, sta al gioco della comicità senza perdersi dietro a facili scorciatoie ma si attiene con stile e attenzione alla linea musicale. Spicca nel suo monologo del I atto L'onore? Ladri!, quasi un improvviso nel procedere dell'opera, come Quando ero paggio, arietta di Falstaff (atto II, quadro II); Ehi! Taverniere!, monologo di Falstaff (atto III, quadro I) riflessione del viver amaro, assoli come pause nell'incedere dell'azione. L'assieme femminile composto da Alice Ford, Meg Page, Nannetta e Mrs. Quickly costituiscono un corpus antagonista, ben assortito, di voci giovani ben inserite nel gioco delle parti, altere nel loro orgoglio di donne e complici tra loro nel gabbare il buontempone Fasltaff. In primo piano la Mrs. Alice Ford di Ilaria Alida Quilico, autorevole per voce e per capacità scenica nel gestire le sue sodali comari, la freschezza amorosa della Nannetta di Veronica Marini, l'attendismo di Meg Page di Shaked Bar e la spigliatezza sorniona del mezzosoprano Adriana Di Paola. Anche le parti maschili di stretta comicità quali Bardolfo (Roberto Covatta) e Pistola (Andrea Pellegrini) sono sempre gestite con misura e competenza, come il Cajus di Gregory Bonfatti, più personaggi da umorismo trattenuto tipico della scrittura inglese popolare, data anche l'ambientazione. Andrea Borgini si impone come Ford con il suo monologo È sogno? o realtà... reso però con una certa vena caricaturale; interessante Vasyl Solodkyy come Fenton, in un ruolo meno adatto alle sue caratteristiche vocali più brunite ma capace di rendere la vena amorosa. L'atto finale della burla è abilmente costruita in un interno che ci restituisce una divertente situazione di finzione tra mistero e spiritismo per una allegra beffa ben architettata con il tutto che finisce nel gran fugato Tutto nel mondo è burla, un richiamo ai gran finali d'assieme dell'opera comica rossiniana, una sorta di sguardo a quanto ci si è lasciati alle spalle e la presa d'atto che si stia entrando in un altro mondo musicale. Successo pieno da parte del pubblico, essenzialmente estero, che ha riempito i posti disponibili, per uno spettacolo costruito in maniera elegante e ben servito alla mensa del Festival Verdi 2023

Federica Fanizza  

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Ottobre 2023 12:12

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