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MM CONTEMPORARY DANCE COMPANY – coreografia Maguy Marin

"Grosse Fugue" coreografia Maguy Marin. Foto Tiziano Ghidorsi "Grosse Fugue" coreografia Maguy Marin. Foto Tiziano Ghidorsi

Mm Contemporary Dance Company
Duo D'Eden
Grosse Fugue (anteprima nazionale)
Progetto "La Passione dei Possibili", coproduzione Reggio Parma Festival
DUO D’EDEN
coreografia e colonna sonora Maguy Marin
coreografia rimontata da Cathy Polo e Ennio Sammarco
costumi Montserrat Casanova
luci Alexandre Béneteaud
maestri ripetitori Paolo Lauri, Enrico Morelli
interpreti Emiliana Campo, Nicola Stasi
produzione MM Contemporary Dance Company in coproduzione con Fondazione I Teatri
prima mondiale Compagnie Maguy Marin: 12 dicembre 1986 – Angers
prima rappresentazione con MM Contemporary Dance Company: 21 ottobre 2020 – Teatro Sociale di Trento 
GROSSE FUGUE 
coreografia Maguy Marin
coreografia rimontata da Dorothée Delabie
musica Ludwig van Beethoven, Die Grosse Fuge, op.133 
musica dal vivo eseguita dai solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento: Marco Mandolini violino, Elisabetta Fornaresio violino, Roberto Mendolicchio viola, Elisabetta Branca violoncello
costumi Chantal Cloupet
luci Alexandre Béneteaud
interpreti Emiliana Campo, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari
produzione MM Contemporary Dance Company 
coproduzione Reggio Parma Festival, Festival Bolzano Danza/Fondazione Haydn di Bolzano e Trento
prima mondiale Compagnie Maguy Marin: 2001 – Espace Jean Poperen – Meyzieu
anteprima nazionale con MM Contemporary Dance Company
Teatro Ariosto di Reggio Emilia 16 dicembre 2023 

www.Sipario.it, 19 gennaio 2024

La Michele Merola Contemporary Dance Company (MMCDC) ha presentato al Teatro Ariosto un omaggio ad un’artista, la coreografa Maguy Marin, che da sempre risponde con le sue creazioni al senso politico del proprio agire e del proprio stare nel mondo. Così il coreografo Michele Merola spiega il suo rapporta col pensiero coreutico della coreografa francese: «La danza di Maguy Marin mi ha sempre accompagnato e affascinato: è piena di brutale poesia che va dritta al cuore ed è sempre capace di parlare a tutte le generazioni, provocando in chi la guarda pulsazioni vitali che vanno dalla gioia alla rabbia al dolore. Il corpo nei suoi lavori trasmette in modo concreto e tangibile quello che le parole talvolta non riescono ad esprimere. Il suo è un teatro che ci pone sempre domande e interrogativi e non cerca il facile consenso». Il progetto è costituito dalle due coreografie Duo d’Eden e Grosse Fugue, create dall’artista francese rispettivamente nel 1986 e nel 2001. 

In Duo d’Eden, un passo a due potente e ieratico, due ballerini, un uomo e una donna, come nudi, con tute color carne e maschere di lattice, interagiscono in un corpo a corpo che, con forza e sobrietà di gesti puri e precisi, portano lo spettatore in un luogo sospeso ma non idilliaco, un paradiso terrestre immerso in un’oscurità primordiale e riempito da suoni che evocano cascate, il fruscio del vento diversi uccelli. I due corpi si prendono, si intrecciano, e da questi abbracci riemergono come fiori che sbocciano. La fusione di questi due corpi rimanda ai miti antichi dell’origine dell’umanità, e come in essi forza ed essenzialità, eleganza e rigore s’intrecciano nel gesto coreutico. E’ una danza preziosa come un arcaico gesto cerimoniale, una coreografia visionaria, di cui l’autrice ha firmato anche la colonna sonora, e che i due ballerini Emiliana Campo e Nicola Stasi hanno esaltato con la plasticità dei loro corpi, immersi in una dimensione sospesa di solitudine, violenza, abbandono, eros e tenerezza. Il palpito contenuto nei diciotto minuti di questa coreografia parla di un eden primordiale e per questo puro, lontano dai concetti di innocenza o colpa. 

Chiude la serata l’anteprima nazione di Grosse Fugue del 2001, sul celebre quartetto d’archi beethoveniano op. 133, eseguito dai solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, Marco Mandolini, Elisabetta Fornaresio, Roberto Mendolicchio, Elisabetta Branca. In questo lavoro la vita diventa un vortice, una corsa emozionante immersa nel tempo e contro di esso. Alle  quattro ballerine è chiesta un'alternanza quasi frenetica di salti e stupende cadute, un vortice dove la vita viene ridotta a una corsa verso l’infinito, contro i limiti, ma la lettura di Michele Merola e l’interpretazione perfettamente controllata ed evocativa di Emiliana Campo, Matilde Gherardi, Fabiana Lonardo, Alice Ruspaggiari soffonde leggerezza e consapevolezza ad ogni movimento. Il risultato è una danza piena di libertà e fantasia. Come toccate dalle vibrazioni del quartetto d'archi, le interpreti vestite di rosso saltano e si disarticolano in un turbinio di vitalità, che è semplicemente una gara emozionante contro il nulla, un contrappunto di eleganza con la musica. Con lo sguardo disincantato che caratterizza le coreografie di Maguy Marin, Michele Merola si è confrontato con i toni scuri de Die Grosse Fuge con un quartetto di danzatrici, che, con raffiche esaltanti di salti hanno illuminato e  fatto riecheggiare l'entusiasmo e la disperazione della tarda opera di Beethoven. E' un'interpretazione travolgente e pura della fuga, che le danzatrici affrontano trasmettendo levità e forza, come la fuga della vita.

Queste coreografie mantengono intatta la loro forza espressiva come i grandi componimenti classici, sorrette dalla costante precisione tecnica e formale dell’interpretazione dei danzatori della Michele Merola Contemporary Dance Company.

Giulia Clai

Ultima modifica il Sabato, 27 Gennaio 2024 15:31

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