Barricate Punto di partenza: "Odio gli indifferenti" diceva Antonio Gramsci. Chi resta indifferente si appiattisce al muro e lascia fare agli altri. Non prende parte, non va in nessuna direzione, non è mai per primo, mai per secondo. Non è mai. A volte non guarda neanche. A malapena respira. Sopravvive. L'uomo indifferente non si ribella, non si appassiona, non crea, non sogna, non inventa, non urla, non cucina, non indica, non sorride. Ha il corpo molle e non fa scintille. Per questo io non voglio restare indifferente. Vorrei, a mio modo, con i pochi strumenti che ho, farmi coraggio e scegliere una strada. Un percorso, una direzione. Per farlo devo allenarmi ogni giorni e ho sempre paura che il tempo non basti mai. Per farlo nel migliore dei modi ho bisogno di maestri, di scambi, di esempi, di spunti, di armi. Mi guardo intorno, avanti, indietro, prendo appunti, faccio domande. Cerco dei complici. Risvegliare l'aspirazione al gesto epico che dorme abbandonata nella camera dei giochi. Cercare dei complici, inventare linguaggi segreti per comunicare oltre al consueto concesso. Alzare barricate per difendere tutto ciò a cui tengo veramente. A cosa tengo veramente? A cosa tengono i miei complici? A cosa ci teniamo noi tutti assieme? Chi minaccia ciò a cui teniamo? Come è fatto il nemico? Quanto è cattivo? Quanta paura fa? Quale è il modo migliore per affrontarlo? Di cosa è fatta la nostra barricata? Reggerà? Resisterà? Resisteremo? Certo che resisteremo. E se qualcuno muore? Non devono esserci morti. Ecco una cosa a cui tengo veramente. E se ci sono stati, ed ecco un'altra cosa a cui tengo veramente, che abbiano almeno una sepoltura degna tra le pagine della Storia e non sotto le notizie. Giulio Molnàr nasce nel 1950 a Budapest, è attore, autore, regista di origine ungherese, vive in Italia, lavora e collabora in giro per l'Europa. Docente alla Scuola d'Arte Drammatica "Ernst Busch" di Berlino presso la facoltà di Teatro di Figura. Da anni conduce laboratori di ricerca su una particolare scrittura scenica che si avvale come fonte di ispirazione dell'improvvisazione creativa tra attore e oggetto. IL PIP Per il 2011 la direzione artistica del Festival, con la collaborazione di Trude Kranzl, ha invitato Giulio Molnàr, maestro del Teatro d'Oggetti, a dirigere la quarta edizione del progetto. Le artiste inizialmente selezionate sono state Beatrice Baruffini, Daniela Crucci, Marta Cuscunà e Irene Vecchia, quattro personalità e professionalità diverse che hanno contribuito attivamente alla messa in scena. Il gruppo ha lavorato dalla fine di Agosto ad Ottobre 2011 tra Grugliasco e Torino per poi presentare lo spettacolo il 12 Ottobre alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino e il 16 Ottobre presso la Cavallerizza Reale all'interno di Prospettiva 150, Festival d'autunno del Teatro Stabile di Torino. |