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La violenza sulle donne
redatto da da Erika Pellegrino, Irene Spalla e Anna Bilardello
Classe II A T, Istituto Tecnico Statale " G. Garibaldi" – Marsala
Docente referente: Teresa Titone

La violenza sulle Donne è ormai diffusa ovunque, la violenza più usata è quella fisica, ovvero donne che vengono maltrattate, picchiate, minacciate, ma non solo anche sottoposte a pratiche sessuali indesiderate o di rapporti che feriscono non solo fisicamente ma anche psicologicamente.

L'Eures e l'Ansa hanno denunciato 2mila 61 femminicidi tra il 2000 e il 2011 in Italia, sottolineando anche l'età delle vittime (dai 25 ai 64 anni). I dati dell'Eures sono terrificanti, fanno riflettere: dalle 157 uccisioni del 2012 si è passati alle 179 del 2013, con omicidi efferati.
Il femminicidio e la violenza sulle donne non sono altro che la conseguenza di una società patriarcale e maschilista incapace di concepire la donna come essere autonomo e pensante, e non più succube del volere di padri e mariti. Ma, ormai, quello che era il vecchio "sesso debole" è scomparso, e le donne vivono un grande momento di riscatto e riscoperta della propria essenza in un mondo che sta pian piano cambiando.
In questi anni sono stati costruiti centri anti-violenza, corsi formativi per i carabinieri, tutto ciò può essere utile fino ad un certo punto, ma non farà cambiare la mentalità di essere proprietari di un corpo, di una vita. Questi uomini violenti dovrebbero capire che la parola "amore" non significa essere proprietario di una Donna privandola della sua libertà. In merito l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha istituito La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne , tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno, non è una data a caso. E' il ricordo di un brutale assassinio, avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana, ai tempi del dittatore Trujillo. Tre sorelle, di cognome Mirabal, considerate rivoluzionarie, furono torturate, massacrate, strangolate. Buttando i loro corpi in un burrone venne simulato un incidente. Non sempre, non ovunque, le cose sono cambiate da quel giorno: basti pensare alle bambine dell'India che quasi ogni giorno vengono stuprate e uccise, ma anche a casa nostra, dove la violenza contro le donne è spesso nascosta in ambito domestico.   E la stessa Dichiarazione adottata dall'Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di "uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini".
I dati dell'Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un'altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne.
C'è senz'altro una responsabilità individuale, insomma, dietro al femminicidio: la responsabilità dell'uomo che, pur inconsapevolmente, non accetta la donna per quello che è, c'è, però, anche una responsabilità collettiva, che è figlia del tempo e della storia e che pesa ancora oggi sul grande cambiamento in atto: noi abbiamo il dovere di opporci a qualsiasi tipo di violenza, fisica o psicologica, diretta o indiretta, sulle donne, perché a quella violenza ha contribuito tutto il sistema. E noi questo sistema dobbiamo distruggerlo.

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Febbraio 2016 23:36
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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