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Un terribile male che affligge l'uomo: La guerra
redatto da Ingrassia Emanuele e Pellegrino Gianni Pio
classe IIC ind. Amm. Finanza e Marketing, Ist. Tecnico Commerciale "G. Garibaldi" di Marsala
Docente referente: Teresa Bono

Non sempre gli uomini sono buoni e generosi, spesso entrano in conflitto tra loro per diversi motivi e quando questi conflitti assumono grandi dimensioni e comportano violenza e atrocità inammissibili, si ha la guerra.

La guerra è distruzione, morte. Tutta la storia dell'uomo è stata segnata da diverse battaglie, alcune per la supremazia, altre per il territorio, altre ancora per le ricchezze, per la religione. Già gli imperi greci e romani si erano formati con le guerre; così come tutto il Medioevo è stato testimone di tante battaglie, per non parlare poi dei due grandi conflitti mondiali, che hanno provocato un grandissimo numero di morti e grandi devastazioni. Oggi purtroppo la guerra, nonostante il grande progresso della società contemporanea, è ancora una realtà nel nostro mondo e affligge molti popoli. Attualmente sono in corso molti conflitti, in Iraq, in Medio Oriente, ma anche in Africa; la gente muore senza la speranza che qualcuno possa prestare attenzione a queste " guerre dimenticate"; la popolazione muore, non solo perché combatte, ma anche per la fame e così, tra carestie e miseria, molti uomini, donne e bambini innocenti muoiono. In Italia arrivano continuamente immagini e notizie di conflitti grazie anche a coraggiosi giornalisti che rischiano la loro vita per fare il loro lavoro. Gli aiuti umanitari che l'ONU manda spesso non riescono ad arrivare a destinazione proprio a causa dei combattimenti, mentre tante persone muoiono per il freddo e la fame. La guerra è un'ingiustizia nei confronti dei più deboli ed indifesi, indipendentemente dal paese a cui appartengono. L'odio esiste e persiste, il nemico è dietro l'angolo, per strada, nei locali; si esce di casa per divertirsi con gli amici, si va in discoteca o in un ristorante con la famiglia e poi invece ci si ritrova davanti ad un fucile e a essere uccisi senza un motivo; il 13 novembre 2015 a Parigi: 129 morti e il terrore ha accompagnato per tanti giorni la vita di tutti coloro che hanno fatto da spettatori inermi; oggi lo spettro della guerra e della morte si chiama ISIS. Il primo ministro Francese ha detto: "Noi vinceremo questa guerra, risponderemo colpo su colpo per distruggere lo Stato Islamico e questo esercito di terroristi". Anche lo stato italiano ha affermato che aiuterà gli altri stati dell'UE a combattere contro l'ISIS. La 2° guerra mondiale avrebbe già dovuto farci riflettere sulle atrocità della guerra, basti pensare a quello che è successo a milioni di ebrei. Eppure l'uomo combatte ancora oggi, alcuni lo fanno per difendersi, altri per il piacere solo di uccidere. S.Quasimodo nella poesia"Uomo del mio tempo" ha ragione di dire che l'uomo è rimasto quello della pietra, Caino che uccide Abele, fratello contro fratello. Sono cambiate le armi a disposizione dell'uomo, sono state migliorate , perfezionate e in tutto questo la tecnologia è stata veloce e precisa, ma l'uomo ha mantenuto il suo istinto primordiale e cioè di uccidere per avere sempre di più o per essere potente. I rappresentanti delle Nazioni Unite, ogni volta che scoppia un conflitto si dovrebbero adoperare con tutti i mezzi possibili per farlo terminare al più presto e senza che esso provochi vittime umane o distruzione di case. Certo è difficile poter fare qualcosa però possiamo parlarne a scuola e cercare di diffondere una mentalità pacifista intorno a noi. Se tutti facessero questo in breve tempo il mondo cambierebbe; esistono già tanti problemi e la guerra non deve aggiungersi a questi. La pace è la più sicura dimostrazione del progresso civile della società; bisogna combattere l'odio, il razzismo, le discriminazioni religiose, la sete di potere ; l'operato di ognuno di noi, per quanto piccolo, può contribuire in modo positivo e costruttivo a dare sicuramente un mondo migliore.

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Febbraio 2016 23:19
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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