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Le preoccupazioni dei giovani meridionali
redatto da De Vita Mario e Bertolino Giuseppe
Classe 3°B indirizzo SIA
Istituto Tecnico Statale" G. Garibaldi" – Marsala
Docente referente: Teresa Titone

Nella società odierna vediamo migliaia di giovani vivere una vita agiata facilitata dalle tante comodità e innovazioni portate dall'industrializzazione del nostro paese. 

La vita di oggi rispetto a quella dei nostri nonni infatti è radicalmente cambiata grazie ad un miglioramento generale non solo dal punto di vista sociale ma anche da quello economico. Sarebbero tante infatti le possibilità oggi,che rendono realizzabili i sogni di tanti giovani come noi. Negli anni del dopoguerra le persone che riuscivano a diplomarsi erano pochissime ma c'era una manodopera più diffusa rispetto ad oggi ,per non parlare dei giovani uomini che lasciavano il loro paese e le loro famiglie in cerca di una vita migliore. Oggi frequentare le scuole superiori è diventato un obbligo per ognuno di noi, che spesso viene visto come una vera propria perdita di tempo piuttosto che come una possibilità di arricchimento che può migliorare la vita futura. In realtà questo scoraggiamento da parte dei giovani scaturisce dalla impossibilità di trovare lavoro dopo aver finito gli studi. Trovare lavoro per un meridionale significa il più delle volte lasciare i propri affetti per andare a vivere al nord. A volte si sente dire che il lavoro del sud è stato dato  agli extracomunitari che lavorano in nero rubando,il lavoro agli italiani. Ma non è così, perché spesso gli extracomunitari sono costretti a fare lavori terribili,a volte anche umilianti. I giovani pensano più a vivere il presente,a divertirsi con gli amici,a realizzare sogni immediati piuttosto che iniziare a costruire fin da subito il loro futuro. Vivono bene con mamma e papà e non si preoccupano di diventare autonomi e di crearsi una propria famiglia. Sento spesso parlare di giovani che dopo tanti sacrifici da parte dei loro genitori decidono di abbandonare gli studi universitari perché troppo stressati o di altri che non fanno altro che prendere in giro la loro famiglia. Tutto questo è possibile per la mancanza di valori,dovrebbero essere infatti i genitori stessi a consapevolizzare i propri figli,ad educarli al senso del dovere e a responsabilizzarli fin da piccoli.
C'è una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di se stessi e degli altri,si guarda troppo alle apparenze dando poca importanza a ciò che è davvero fondamentale nella vita. Oggi vanno perdendosi sempre più i mestieri di una volta come il falegname,lo spazzacamino,il contadino,l'idraulico perché nessuno ormai è più in grado di farli ,vista anche la loro difficoltà. Ciò in parte, è anche colpa della scuola che non forma ragazzi pronti al lavoro. Invece intorno agli anni '50 negli istituti tecnici o professionali i giovani avevano la possibilità di frequentare dei corsi più attenti alle esigenze sociali.

Oggi molti giovani diplomati da un istituto tecnico non conoscono in realtà il vero lavoro manuale trovandosi così di fronte ad enormi difficoltà!  Un diploma infatti oggi non serve assolutamente a nulla, a volte riesce impossibile trovare lavoro anche con una laurea.  È di fronte a tutto questo che i giovani si sentono frustati e rinunciano alle loro ambizioni abbandonandosi ad una vita monotona.
Veniamo tempestati da notizie sui rotocalchi della vita di alcuni giocatori che senza alcun titolo riescono ad avere delle vite fantastiche. Sarà anche per il modo in cui alcune "celebrità" spendono i loro guadagni in lussi che in pochi si possono permettere che portano noi giovani a vedere la scuola come un vero e proprio obbligo imposto dai nostri genitori e che non ci porteranno di certo al lusso o ai facili guadagni. Tuttavia i giovani di oggi sono consapevoli di vivere in un mondo dove si dà peso alle cose futili, ma sono anche consci che un giorno o l'altro si ritroveranno a dover affrontare le proprie responsabilità da soli e allora tutto cambierà.

Ultima modifica il Lunedì, 25 Gennaio 2016 23:00
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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