La Conferenza si è tenuta Le Bourget, Parigi. L'obiettivo della conferenza è stato quello di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni, anche dagli USA.
Durante la Conferenza a Parigi si sono trattati argomenti sul cambiamento climatico e le sue conseguenze, obiettivo principale ridurre le emissioni, in modo da rallentare il riscaldamento globale.
In questa conferenza e' stata richiesta pertanto la massima cooperazione di tutti i paesi con l'obiettivo di "accelerare la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra".
Negli gli ultimi 150 anni, la comunità scientifica ha cominciato ad accostare il clima alla parola cambiamento o mutamento riferendosi non più a cambiamenti naturali, ma a cambiamenti dovuti all'azione dell'uomo. In particolare secondo l'IPCC "Oggi il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile. L'atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la massa di neve e ghiaccio è diminuita, il livello del mare è aumentato, e soprattutto sono aumentate le concentrazioni di gas ad effetto serra". Il cambiamento climatico rappresenta una delle maggiori sfide che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni,i rischi per il pianeta e per le generazioni future sono enormi, e ci obbligano ad intervenire con urgenza.
Il 12 dicembre 2015 infatti 196 paesi partecipanti hanno concordato e sottoscritto di ridurre la loro produzione di ossido di carbonio "il più presto possibile" e di fare del loro meglio per mantenere il riscaldamento globale "ben al di sotto di 2° C". L'importanza dell'accordo è data sostanzialmente dal fatto che è stato sottoscritto da tutti i paesi partecipanti: anche da quelli emergenti, che spesso sfruttano pesantemente fonti di energia non rinnovabile. L'accordo contiene sostanzialmente quattro impegni:
• Mantenere l'aumento di temperatura inferiore ai 2 gradi, e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5 gradi.
• Smettere di incrementare le emissioni di gas serra il prima possibile e raggiungere nella seconda parte del secolo il momento in cui la produzione di nuovi gas serra sarà sufficientemente bassa da essere assorbita naturalmente.
• Controllare i progressi compiuti ogni cinque anni, tramite nuove Conferenze.
• Versare 100 miliardi di dollari ogni anno ai paesi più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno inquinanti.
Alcune di queste disposizioni sono legalmente vincolanti, mentre alle altre i vari paesi aderiscono solo in maniera volontaria. Ad esempio, tutti i paesi saranno obbligati dal trattato a fornire l'obiettivo di riduzione delle emissioni a cui mirano e a partecipare al processo di revisione quinquennale. La maggiore critica che viene avanzata al documento è però il fatto che non sono previste sanzioni in caso in cui gli obiettivi non vengano raggiunti, e che sostanzialmente diversi paesi avranno margine per ignorare le raccomandazioni contenute nel documento.
In base all'argomento alcuni ambientalisti hanno espresso le loro opinioni. Secondo molti è rischioso stabilire che nel 2018-2023 sarà effettuata la prima revisione.
La richiesta degli ambientalisti era quella di arrivare a una riduzione del 70% rispetto i livelli attuali intorno al 2050, e raggiungere le emissioni zero nel decennio successivo.
Nonostante ciò per Kumi Naidoo direttore esecutivo di Greenpeace International,questo accordo pone l'industria fossile dal lato sbagliato della storia.
Per la prima volta, la comunità globale ha accettato azioni che pongono le basi per aiutare a prevenire le peggiori conseguenze della crisi climatica, abbracciando l'opportunità di aumentare in modo esponenziale la nostra economia dell'energia pulita.