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AUNG SAN SUU KYI: una donna carismatica con un grande sogno politico
redatto da Cordaro Katia e Titone Antonina

Classe IV C SIA Istituto Tecnico Commerciale
Docente referente: Maria Rita Bellafiore

Nel corso della storia la democrazia, in certi Paesi, si è affermata soltanto dopo tante lotte e l'impegno di leader coraggiosi.

Nel sistema di governo democratico la sovranità è esercitata dall'insieme dei cittadini, che eleggono i loro rappresentanti.
In Birmania, nel Novembre 2015, il popolo è stato chiamato alle urne dopo 25 anni, con la netta vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia della leader Aung San Suu Kyi.
Nata il 19 Giugno del 1945, Suu Kyi è una politica attiva da molti anni nella difesa dei diritti umani sulla scena nazionale della Birmania, oppressa da una rigida dittatura militare.
La sua vita è stata travagliata sin dai primi anni della sua infanzia, poiché suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani, fondatore dell'esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, è stato ucciso da alcuni suoi avversari politici nel 1947.
Anche la madre è stata una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, diventando ambasciatrice in India, dopo la morte del marito.
Dopo tanti anni, nel 1988, Aung San Suu Kyi è ritornata in Birmania, per assistere la madre gravemente malata; proprio in tali anni si è instaurato il regime militare che ancora oggi è al potere.
Aung San Suu Kyi, decisa a far parte della vita politica, ha fondato la Lega Nazionale per la Democrazia, ma l'anno seguente, nel 1989, le furono imposti gli arresti domiciliari.
Nel 1990, il regime militare decise di far votare il popolo: il risultato è stato una vittoria palese per la Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San SuuKyi, che l'avrebbe fatta diventare Primo Ministro, ma i militari hanno annullato il voto popolare e hanno preso il potere con la forza.
Nel 1991 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace.
Solo dopo venticinque anni, nel novembre scorso, in Birmania sono state svolte le prime elezioni libere con la vittoria di Aung San SuuKyi con 291 seggi, a suo favore e, quindi, con la sconfitta del partito di Unione, Solidarietà e Sviluppo.
Con questo suo successo, la leader raggiunge l'obiettivo di far diventare la Birmania un Paese democratico che si avvia a superare finalmente un lungo processo di dittatura militare.
Aung San SuuKyi non potrà diventare presidentessa in ragione della Costituzione che impedisce a chi ha congiunti con passaporto straniero di accedere alla massima carica, ma la politica birmana crede di essere più apprezzata e più autorevole dell'attuale premier TheinSein.
Aung San SuuKyi è considerata "simbolo della democrazia birmana", per essere riuscita a portare avanti i suoi ideali di libertà, mirando all'apertura di una politica, basata sulla conciliazione.
Oltre alla leader birmana, al giorno d'oggi, vi sono tre donne impegnate nella lotta non violenta per la democrazia: la presidentessa liberiana Ellen Johnson Sirleaf, l'avvocato e attivista liberiana Leymah Gbowee e la leader delle proteste yemenite Tawakkul Karman.
E anch'esse sono state insignite del Premio Nobel per la Pace.
La leader Aung San SuuKyi appare agli occhi del popolo birmano come una figura carismatica, che non si è fatta sconfiggere dai militari e che ha continuato a lottare con grande tenacia e determinazione per la realizzazione del suo sogno politico.

Ultima modifica il Venerdì, 22 Gennaio 2016 08:03
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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