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Lo ius solis, cioè l'acquisizione della cittadinanza per nascita su suolo italiano. Vedrà mai la luce?
Gargano Martina, Bonafede Silvia, Gaziano Aurora.
Classe 2AT
ITET "G. Garibaldi" Marsala
Docente referente: Teresa Titone

Lo ius soli... un dibattito che ha scatenato polemiche sia tra il popolo che tra lo stato.

Ma che cos'è lo ius soli?
Tale espressione deriva dalla lingua latina "diritto di suolo", ovvero l'acquisizione della cittadinanza come conseguenza di essere nati sul territorio di uno stato, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.
Lo ius soli è già stato applicato in quasi tutti i Paesi del continente americano e in alcuni Paesi europei, ma in Italia, sfortunatamente, non si è riusciti a raggiungere un accordo.
Le sue radici partono dal lontano 2011, ma ancora in questi mesi, la cronaca italiana è arricchita da questo argomento che ha destato preoccupazioni e dato il via ad una vera e propria battaglia politica. Il disegno di legge, previsto dalle Camere sullo ius soli, presenta determinate condizioni e criteri: lo ius soli temperato, ovvero un bambino nato in Italia potrà diventare automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno cinque anni, e lo ius cultura e, ossia potranno chiedere la cittadinanza italiana, i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i dodici anni e che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico.
Ma quali sono i pro e i contro dello ius soli?
Attraverso esso si prenderebbe parte alla globalizzazione, inoltre potrebbe incrementare la crescita demografica del nostro paese, molti sarebbero anche i benefici economici.
Bisogna dire però che potrebbe subentrare il rischio dell'aumento del fenomeno dell'immigrazione e delle discriminazioni.
Inoltre per la nostra Costituzione il concetto di cittadinanza non è solo una questione di diritti e doveri, ma anche una questione di sentirsi parte di una nazione e dei diversi fattori culturali, che è un sentimento che non si può acquisire facilmente.
Tuttavia il Parlamento italiano conclude questa legislatura con un gesto che riassume gli ultimi anni: 800.000 bambini che ambivano ad essere italiani e che aspettavano quello che è un dovere del Paese, ovvero aver riconosciuto il loro diritto di cittadinanza che hanno acquisito studiando, vivendo e nascendo in Italia, invece il Parlamento ha ostacolato la nascita di questa legge turbando gli animi del popolo, cercando di scappare e assentandosi in aula, dove di conseguenza è mancato il numero legale, il peggior modo per dimostrarsi un Paese non democratico di fronte a tanti bambini e ragazzi che studiano e che sono pieni di sogni, ma soprattutto che vivono in mezzo a noi, gli stessi ragazzi che passeranno un altro anno senza aver riconosciuti i loro diritti.
Bisognerà aspettare per scoprire se questa legge "vedrà la luce" o si rivelerà un fallimento.
Tuttavia, l'Italia ha già fatto passi avanti, come l'unione civile, anche se in ritardo rispetto altri Paesi e con il biotestamento.
Sarebbe opportuno pensare a questi bambini e ragazzi che aspettano che vengano annullate le differenze e che possano gioire, soffrire, studiare e partecipare alla vita del paese insieme.
Nonostante tutto, noi siamo sempre lo straniero di qualcun altro.

Ultima modifica il Giovedì, 01 Febbraio 2018 09:38
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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