venerdì, 29 marzo, 2024
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Adolescenza tra crescita e disagio giovanile
di Doralice Blangiforti I C
Liceo Classico "Umberto I" Ragusa
Prof. Maria Carmela Corrao

"Se ti droghi ti capisco, perché il mondo ti fa schifo; se non lo fai ti ammiro, perché sei in grado di combatterlo."
-Jim Morrison

Ho scelto questa citazione di Jim Morrison per la sua attualità, infatti può riferirsi a noi adolescenti inappagati e scontenti della nostra vita, essenza del fenomeno chiamato "disagio giovanile".
Spesso sbagliamo mettendo in atto comportamenti errati e inopportuni, quali il disprezzo delle regole e il gusto del brivido, atteggiamenti che conducono all'uso e abuso di droga e alcol, e inoltre, seppur in maniera indiretta, sfociano in violenza intesa anche come bullismo. Cerchiamo di sfidare l'adulto, desideriamo essere trattati alla pari ed abbiamo fretta di crescere, perciò spesso e volentieri si disubbidisce e si trascurano le regole imposte.
Ma questo è solo uno dei diversi e numerosi motivi che portano l'adolescente verso il disagio giovanile: ad esempio pensiamo alla necessità di considerarsi parte integrante di un gruppo, essere accettato dai coetanei; o ancora, il desiderio di distacco da una realtà dura e spiacevole: frequenti sono infatti i casi di drogati provenienti da famiglie in crisi, dove non hanno avuto modo di trovare conforto e solidità. Siamo fragili soprattutto poiché non abbiamo ancora sviluppato a fondo la nostra personalità e il nostro pensiero, perciò si ha bisogno di stabilità e soprattutto di ricevere amore: ma in mancanza di sicurezza ci si rifugia nella droga e nell'alcol, per sfuggire alle frustrazioni e allo sconforto del mondo reale.
Un'altra causa alquanto diffusa al giorno d'oggi è la noia: ci si trova rinchiusi all'interno di una società ormai stufa del benessere e di quegli agi tanto agognati, dove dalla novità iniziale si sprofonda nella tediosa e monotona routine. La comunità ci impone difatti un modello da imitare, per cui si vuole tutto e subito, senza fatica o gusto di conquista.
Quindici si rintana in azzardate e fatali alternative per sottrarsi a quel senso di insoddisfazione e completezza che, particolarmente durante l'adolescenza, non riusciamo a saturare.
A questo proposito è presente in "La Repubblica" il parere di un insegnante di un liceo di Roma, il quale fissa tra le problematiche adolescenziali la solitudine e la fuga continua al confronto con se stessi per evitare di affrontare i veri grattacapi.
I giovani si sentono non di rado persi, confusi, e si pensa che l'utilizzo di droghe e il consumo dell'alcol possa colmare insicurezze e debolezze, dando benessere e momentanea felicità, la meta bramata da ogni giovane.
Ai ragazzi importa solamente conseguire il traguardo, non gli espedienti impiegati per ottenerlo, infatti a mio parere la frase "il fine giustifica i mezzi" è più che azzeccata in questo contesto: la soddisfazione immediata è la vetta da conquistare, quindi si è perfino disposti a mettere a repentaglio la propria vita attraverso droghe e sostanze stupefacenti e azioniestreme giustificabili e comprensibili. Un altro documento preso da "La Repubblica" afferma che gli adolescenti non vogliono maturare, rallentano il tempo della crescita e amano indugiare.
Naturalmente io non sono assolutamente d'accordo con quest'idea, non riesco ad accettarla, queste soluzioni mi sembrano anzi a dir poco insensate e ottuse, adoperate da ragazzi frustrati e vigliacchi, che molte volte non hanno il coraggio di affrontare gli ostacoli più svariati che la vita ci pone davanti ogni giorno.
Unaltro argomento allarmante, che mi sta a cuore perché dilagante tra noi giovani, è anche quello del bullismo in contesto scolastico, cioè il fenomeno che mira a danneggiare e a far male, e porta all'esclusione di alcuni individui particolarmente deboli daun gruppo, generalmente di coetanei. Il bullismo può essere perpetrato da un singolo o più persone, le quali ricorrono a violenze di tipo fisico o più semplicemente di tipo verbale, ad esempio minacce o offese.
Ma chi è il bullo? Secondo me il bullo è spesso un ragazzo insoddisfatto di se stesso e della propria vita, desideroso di ricevere attenzioni ed essere temuto e rispettato dai compagni, perciò cerca di mostrarsi forte e aggressivo. Quindi bisognerebbe dare una mano tanto alle vittime quanto ai loro"aggressori", possibilmente sensibilizzando in classe i giovani in merito a questo fenomeno.
Il modo migliore per incominciare concludere un argomento di tale portata e delicatezza è attraverso una citazione, in questo caso del testo "Vita Spericolata" diVasco Rossi:
Voglio una vita maleducata
di quelle vite fatte così
voglio una vita che se ne frega
che se ne frega di tutto, si
voglio una vita che non è mai tardi
di quelle che non dormi mai
voglio una vita di quelle che non si mai.

Ultima modifica il Giovedì, 25 Gennaio 2018 09:26
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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