venerdì, 29 marzo, 2024
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La ricerca della felicità: un'aspirazione a qualcosa di irraggiungibile
redatto da Arianna Saladino
Classe V C SIA ITET "G. Garibaldi" Marsala
Docente referente: Maria Rita Bellafiore

Fin dai tempi più remoti, uno soltanto è stato l'obiettivo principale dell'uomo: per tale obiettivo ha scatenato guerre, ucciso suoi simili, ingannato chi poneva in lui fiducia, superato ostacoli, reso possibile l'impossibile.

Come un avventuriero l'uomo ha "solcato mari e scalato monti" per raggiungere un tesoro, però, astratto, materialmente introvabile: la Felicità.
Da sempre la felicità è il "motore" della vita umana. L'uomo vive desiderando,
cercando costantemente la felicità, che, naturalmente, muta la sua forma in base ai desideri ed alle speranze d'ogni uomo.
Il tema della felicità è da sempre discusso e si trova al centro di numerose opere di importanti poeti, come in quelle di G. Leopardi, che per tutta la vita tenta di capire e spiegare cosa sia la felicità, come si possa raggiungere e quali elementi favoriscano il suo evolversi e protrarsi nel tempo.
Come afferma Zygmunt Bauman ne "L'arte della vita : "la felicità è come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci ad esso".
G.Leopardi vive una vita infelice e deludente a causa dell'impossibilità di raggiungere la felicità. Oltre a Leopardi, anche il poeta E. Montale scrive e dedica meravigliose poesie alla felicità e la sua visione è molto simile a quella di Leopardi.
Ad esempio, nella poesia "Felicità raggiunta" egli descrive la felicità come qualcosa di fragile, instabile in grado di alleviare gli animi da ogni male al suo arrivo e di far sprofondare nella sofferenza quando la si perde.
Anche chi guida e governa un paese dovrebbe riflettere su questo tema e, resosi conto dell'importanza che la felicità e il benessere hanno nella vita umana, dovrebbe sancire e riconoscere i diritti dell'uomo. Come afferma la Dichiarazione di indipendenza delle prime tredici colonie d'America del 4 Luglio 1776, fra questi diritti "inalienabili", vi sono <>. Riguardo a ciò anche la Costituzione Italiana sottolinea nell'art. 3 che << La Repubblica deve rimuovere gli ostacoli (...)>> che impediscono ad un uomo di essere libero e felice.
Lo stesso art. detta, inoltre, i principali elementi che nel corso della storia, a causa delle discriminazioni, hanno causato dolore e sofferenza, cioè: sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali e, per tale motivo, lo Stato s'impegna a promuovere l'eguaglianza di tutti gli esseri umani.
Nella realtà odierna, come affermano Mauro Maggioni e Michele Pellizzari,
in "Alti e bassi dell'economia della felicità" (la Stampa 12 Maggio 2003), <>.
Si è spinti dal desiderio di voler ottenere sempre più dalla vita, di volerne ricavare il massimo e, come evidenzia lo stesso articolo, per l'impossibilità di realizzare le proprie aspettative, a causa anche della difficile situazione economica e sociale che ci troviamo ad affrontare, aumentano i casi di suicidi.
Al giorno d'oggi, si tralascia, si sorvola sul passato, avendo ormai ottenuto il
riconoscimento di alcuni diritti che tutelano la vita dell'uomo.
Si tende spesso a dimenticare quei paesi, in cui la realtà d'ogni giorno è ancora difficile, in cui viene negata ogni forma di libertà.
E' insensato dover accettare che, mentre in alcuni luoghi ci si perde in argomenti frivoli e superficiali, in altri vi sono ancora uomini, donne e bambini, il cui unico desiderio è essere liberi e che fuggono, muoiono, perché, per l'autorità governativa presente, la loro vita conta meno di nulla.
Come afferma un dossier commissionato da Caritas e Migrantes, è dovere anche degli stati "estranei" a queste problematiche intervenire, per promuovere la pace ed il benessere nei paesi, in cui le condizioni risultano critiche e d'insulto alla vita umana. La stessa Italia, la cui Costituzione ripudia la guerra, ancora oggi, vende le armi a quei paesi in cui domina la morte, armi con cui vengono distrutti ospedali e scuole ed è impossibile accettare e rassegnarsi a quest'idea di vita: bambini a cui viene "strappata" la famiglia, donne uccise, torturate da un'ideologia errata, uomini i cui diritti vengono calpestati da un governo privo di senso d'umanità.
Non è possibile rassegnarsi ad un mondo, in cui ogni uomo non è libero di osservare la luna, coltivando speranze e sogni, programmando un futuro.
Non è possibile rassegnarsi al dolore. Non è possibile né giusto rassegnarsi ad un
destino non scelto, non è possibile rassegnarsi ad una felicità perduta per un'ideologia ed un governo convinto di poter decidere per le vite altrui.
Non è possibile rassegnarsi ad una vita triste ed infelice per causa d'altri.

Ultima modifica il Lunedì, 06 Febbraio 2017 09:40
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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