Questo delitto contribuirà a radicare nel poeta la sua ossessiva percezione della presenza, incombente su ogni cosa,del mistero e della morte. Quella di Pascoli fu una vita povera di eventi esteriori, dedicata a uno scavo interiore e ad una tendenza a rinchiudersi nel "nido" domestico. Gabriele D'Annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863. A sedici anni pubblica i suoi primi versi,raccolti in Primo Vere,dove D'Annunzio dichiara di desiderare un "vivere inimitabile" e di volersi fare un "nome grande". Coltivava molteplici interessi letterari e culturali ed era molto aperto alle novità che contrassegnavano la fine dell'Ottocento. La differenza tra i due poeti sta principalmente nei temi riccorenti oltre allo scopo della letteratura e al linguaggio utilizzato.
Pascoli con le sue poesie vuole dimostrare la semplicità della vita contadina,il dolore e la tragedia dell'esistere,il bisogno del "nido" familiare e della sua calda intimità,la fuga dalla vita adulta. D'Annunzio,invece,nelle sue poesie rappresenta l'esteta e la sua esistenza superiore,il superuomo (colui che sa assaporare tutte le sensazioni, l'immersione "panica" nella natura,il farsi cosa tra le cose. Se prendiamo in considerazione due poesei dei due poeti (Novembre di Pascoli e La pioggia nel pineto di D'Annunzio) possiamo vedere una differenza sostanziale per ciò che riguarda l'animo dei poeti nello scrivere, ma i due hanno anche qualcosa che li accomuna, l'amore per la natura e rappresentare il passare degli anni come il passare delle stagioni.