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ZIO VANIA - regia Cesar Brie, Isadora Angelini

Zio Vania Zio Vania regia Cesar Brie, Isadora Angelini

di Anton Cechov
traduzione: Fausto Malcovati
regia: Cesar Brie, Isadora Angelini
con Isadora Angelini, Andrea Bettaglio, Veronica Cannella, Salvo Lo Presti, Veronica Mulotti, Luca Serrani
Milano, CRT Teatro dell'Arte, fino al 20 dicembre 2007

Corriere della Sera, 16 dicembre 2007

A Milano la regia di César Brie, un prova che pare incompleta

C' è anche Cechov in scena, ma non basta L' ondeggiare sulla scena vuota di una bottiglia di vodka, metronomo di una vita che cerca di dimenticare se stessa nell' alcol, di cornici, di altalene, di drappeggi di bianchi tessuti, di lampadine, porte che ruotano, questo continuo movimento che dà un senso di noia sfinita e ostinata, di precarietà che si esaurisce in se stessa, è forse il segno più interessante della regia di César Brie per Zio Vanja. Scene di vita di campagna di Anton Checov, che, tuttavia, si rivela uno spettacolo dai segni incongrui, quasi fosse frutto di una serie di improvvisazioni che non riescono a trovare il collante per una compiuta lettura registica. Non basta certo il pretesto della presenza in scena dello stesso Cechov che dichiara di allestire lo spettacolo con una troupe di poco talentuosi attori tra mille difficoltà. Purtroppo è reale la pochezza recitativa di tutti gli attori dei quali, tolto il riconoscimento dell' impegno, ben poco rimane da lodare. Il problema è registico, il dramma cechoviano risulta letto in superficie, con metafore visive che non riescono a far risuonare la complessità di personaggi calati in uno sconforto che storce i caratteri, nella permanente insoddisfazione, nella propensione a sostituire l' autentica vita con miraggi. Tra ingiustificate salite e discese dal palcoscenico, si consuma uno spettacolo nel quale i personaggi sembrano annegare in una generica infelicità che non è neanche l' abusato, crepuscolare spleen cechoviano, ma è l' assenza di chiaro scuri, è l' esplicitare e il sottolineare tutto con la matita rossa dei segni e dei gesti e delle intenzioni per arrivare a un finale dove Sonia, che ha per sempre perso la possibilità d' amare, tesa nella speranza di un aldilà di redenzione diventa un Cristo in croce aggrappato ai tendaggi con ai piedi uno zio Vanja Addolorato.

Magda Poli

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Agosto 2013 13:11

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