giovedì, 10 ottobre, 2024
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WELFARE LEAR - regia Solimano Pontarollo

“Welfare Lear", regia Solimano Pontarollo “Welfare Lear", regia Solimano Pontarollo

Casa Shakespeare
Presenta
Welfare Lear
Ovvero
Come sopravvivere in vecchiaia alla tassa di successione
e vivere più o meno felici, forse
.
Da King Lear di W. Shakespeare
drammaturgia e adattamento di Andrea de Manincor
Personaggi e interpreti:
Lear - Andrea de Manincor
Fool - Riccardo Bodini
Gonerilla - Sabrina Modenini
Regana - Gaia Carmagnani
Cordelia - Giulia Lacorte
Edmund - Solimano Pontarollo
Regia di Solimano Pontarollo
Aiuto regia Beatrice Zuin - assistente alla regia Yanis Ndoye
Scene di Simone Tessari - Musiche elaborate da Simone Tessari e Leonardo Mezzalira
Coreografie Varhynia Ziliotto
Costumi disegnati da Beni Montresor
realizzati da Sartoria Fiore Milano, rielaborati da Caterina Duzzi
disegno luci di Francesco Bertolini
Grafiche di Elisa Toniolo
Ufficio stampa Maya Amenduni
Comunicazione Sarah Canzanella - Amministrazione Letizia Fine
FESTIVAL SHAKESPEARIANO - ESTATE TEATRALE VERONESE
BASTIONE DELLE MADDALENE: 10, 11, 12, 13 Luglio 2024

www.Sipario.it, 12 luglio 2024

Ho visto King Lear rivisitato in modo troppo contemporaneo, raffigurandolo come un vecchio gaudente e ubriacone; o in modo forse eccessivamente classico. Appena ho saputo che a Verona, per mano di Casa Shakespeare, di fronte all’imponente Bastione delle Maddalene, sarebbe andata in scena un’altra rivisitazione di questa celeberrima opera, incuriosito dal tema che ha guidato l’intera drammaturgia, sono corso per vedere e capire.

Welfare Lear. Come sopravvivere in vecchiaia alla tassa di successione e vivere più o meno felici, forse, già dal titolo suggerisce il tema di una vera rivisitazione dell’originale. Una rivisitazione sia dal punto di vista scenico che interpretativo. Non vi sono scenari. Il palco è spoglio, nudo. Solo attori e pochi oggetti. Fra questi, spicca il trono di Lear: una sedia a rotelle che viene spinta o dalle figlie o dal Fool. Il resto è affidato al racconto che, di volta in volta, i vari personaggi interpretano, sintetizzando situazioni che per ragioni di economia e ritmo drammaturgico sono state tagliate. Ad esempio, la vicenda di Gloucester è affidata alle parole di Edmund, alla sua versione dei fatti.

Quello che Andrea de Manincor ha cercato di capire attraverso King Lear è in che modo, oggi, avviene un confronto fra generazioni diverse. I giovani come si rapportano coi loro vecchi? Con amore o con risentimento? Per de Manincor non ci sono dubbi: è bandito ogni confronto. E dunque quali migliori metafore, per raffigurare questo status quo, di Regan e Goneril: le figlie false di Lear le cui identità si sono formate su rancori taciuti che, adesso che il loro padre è anziano, vengono a galla in tutta la loro meschinità? Al disprezzo, all’impazienza, alla mancanza di compassione, alla falsità di Regan e Goneril, si contrappongono, in un gioco di specchi tipicamente shakespeariano, l’amore sincero e privo di sovrastrutture di Cordelia; e la nuda, cruda ed impietosa verità sempre sbattuta in faccia dal Fool a Lear. Qualità che, non carezzando la vanità di questo vecchio sovrano, non vengono immediatamente capite ma alle quali si aggrappa quando la crudeltà di Regan e Goneril emerge senza più finzioni.

Pur essendo stato bravo Andrea de Manincor nei panni di un Lear furente, mai del tutto violento, ma sempre bisognoso di affetto e compagnia: pur essendo stata Giulia Lacorte una discreta Cordelia che, specie nei momenti di maggior pathos, ha fatto attenzione a rendere la recitazione asciutta e priva di formalismi: pur essendo stato un Fool innocente e sfacciato, candido e chiaro e mai severo, quello impersonato da Riccardo Bodini: nonostante queste buone prove attoriali, per via del disegno drammaturgico d’insieme i personaggi sono risultati poco complessi, con poche sfumature e troppo funzionali all’idea di fondo dello spettacolo.

Al di là di tale piccolo limite, Welfare Lear ha tirato fuori dall’opera di Shakespeare un tema al quale, mi pare di poter dire, nessuno prima d’ora aveva mai pensato.

E dunque, onore al merito. 

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Sabato, 20 Luglio 2024 11:20

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