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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE - regia Carlo Cecchi

Sogno di una notte di mezza estate Sogno di una notte di mezza estate Regia Carlo Cecchi

di William Shakespeare traduzione di Patrizia Cavalli
regia di Carlo Cecchi
con Federico Brugnone, Carlo Cecchi, Silvia D'Amico, Davide Giordano, Simone Lijoi, Luca Marinelli, Enoch Marrella, Gabriele Portoghse, Sofia Pulvirenti, Luca Romani, Barbara Ronchi, Valentina Rosati, Valentina Ruggeri, Nicola Sorrenti, Lucas Waldem Zanforlini e Cecilia Zingaro
costumi di Sandra Cardini, consulenza musicale di Nicola Piovani
luci di Camilla Piccioni, assistente costumista Elena Pavinato
produzione Teatro Stabile delle Marche con il patrocinio dell'accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico
al Comunale di Casalmaggiore 12 novembre 2010

www.Sipario.it, 16 marzo 2010

Ci sono spettacoli che si segnalano più per il contesto che per il contenuto, più per le condizioni che hanno portato alla loro realizzazione che per quanto poi accade realmente in scena. Questo è accaduto per I Demoni di Peter Stein spettacolo fiume di 12 ore, ma soprattutto messinscena nata come risposta artistica ed 'etica' nei confronti dell'abbandono all'ultimo della produzione da parte dello Stabile di Torino. Fatte le debite differenze anche per il Sogno di una notte di mezza estate di Carlo Cecchi il contesto ha potuto più del contenuto, ovvero le motivazioni della messinscena appaiono più interessanti dello spettacolo in sé. Carlo Cecchi, maestro indiscusso del teatro italiano, ha realizzato il Sogno di una notte di mezza estate come saggio di fine anno dei suoi allievi/attori dell'Accademia Drammatica Silvio D'Amico. Quel saggio è ora uno spettacolo fatto e finito che però – nel bene e nel male – non ha perso la sua forma di saggio con tutte le sue incertezze e accademismi. Carlo Cecchi si è ritagliato, la parte del dramaturg della troupe degli artigiani. Ciò permette a Cecchi di seguire i suoi pupilli, di fargli da Pigmalione ma anche di far circuitare, grazie al suo nome, questo Sogno che di Cecchi, meglio della sua estetica ha proprio poco, tranne le parti che lo chiamano in causa direttamente, come è logico che sia. Sta di fatto che quest'azione è legata a un bisogno, più volte dichiarato dallo stesso attore: far crescere una nuova generazione di attori, fare in modo che le nuove matricole del palcoscenico possano confrontarsi con un pubblico vero, con una tournée. Questo obiettivo è pienamente raggiunto dal Sogno di Cecchi ed è il valore e il limite dello spettacolo. Il pregio è stato spiegato, il limite è nella natura stessa del suo essere 'saggio di scuola', con in più la presenza fascinosa e affascinante di un Carlo Cecchi in funzione di maestro e di citazione di sé stesso, troppo scollato da quei ragazzi che profumano di diploma d'Accademia appena conquistato. Il Sogno di una notte di mezza estate è uno spettacolo colorato, in cui molto e furbescamente fanno le musiche eseguite dal vivo di Nicola Piovani, commento musicale chiamato a dare quella coloritura emotiva che i giovani interpreti faticano ad avere. Maggiore compattezza ed anche gioco di lettura è affidata alle parti della compagnia di artigiani che nel bosco devono fare le prove per lo spettacolo da mettere in scena per le nozze del duca di Atene, e questo grazie alla cura e alla presenza di Cecchi, dramaturg di ruolo e di fatto. Le diatribe amorose dei quattro giovani innamorati e la speculare guerra d'amore fra Titania e Oberon si realizzano in un racconto colorato e agito con correttezza ma senza guizzi di particolare intensità. I giovani interpreti mostrano ciò che hanno imparato, confinando il Sogno al clima di un saggio che si porta via l'applauso di un pubblico ben disposto che con misurato calore li premia.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Giovedì, 03 Ottobre 2013 09:22

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