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SUL CONCETTO DEL VOLTO NEL FIGLIO DI DIO - regia Romeo Castellucci

Sul concetto del volto nel figlio di Dio Sul concetto del volto nel figlio di Dio Regia Romeo Castellucci

ideazione e regia Romeo Castellucci, musica originale Scott Gibbons
con Dario Boldrini, Silvia Costa, Gianni Plazzi, Vito Matera, Sergio Scarlatella, e alcuni figuranti locali, collaborazione all'allestimento Giacomo Strada; realizzazione oggetti Istvan Zimmermann, Giovanna Amoroso; tecnica delle luci Giacomo Gorini; tecnica del suono Matteo Braglia; direzione di produzione Cosetta Nicolini; organizzazione Gilda Biasini, Benedetta Briglia; assistenza organizzativa Valentina Bertolino; amministrazione Michela Medri, Elisa Bruno, Simona Barducci; consulenza & progettazione Massimiliano Coli;
La produzione del progetto J è sostenuta da: Theater der Welt; deSingel international arts campus / Antwerp; Théâtre Nationale de Bretagne; The National Theatre / Oslo Norway; Barbican London and SPILL Festival of Performance; Chekhov International Theatre Festival / Moscow; Holland Festival/Amsterdam; GREC 2011 Festival de Barcelona; Festival d'Avignon; Maribor 2012 - European Capital of Culture-Maribor Theatre Festival; International Theatre Festival DIALOG Wroclav/Poland; spielzeit'europa I Berliner Festspiele; Théâtre de la Ville–Paris; Romaeuropa Festival; Le-Maillon, Théâtre de Strasbourg / Scène Européenne; Socìetas Raffaello Sanzio. In collaborazione con Centrale Fies / Dro.
Festival Drodesera, Luglio 2010

www.Sipario.it, 13 dicembre 2011
Sul concetto di volto nel figlio di Dio Vol. 1 di Romeo Castellucci ha sollevato l'ira degli ultracattolici francesi, durante la sua permanenza a Parigi, c'è chi ha parlato di blasfemia, si è tentato di impedirne la messinscena, considerando irrispettoso il lavoro della Societas Raffaello Sanzio nei confronti della fede cristiana, un lavoro che magari infastidisce, che a tratti può parere retorico, ma che alla fin fine non urta, se non nel disperato dialogo con Dio che sembra ricercare Romeo Castellucci e che non dà risposta alcuna. Sul concetto di volto nel figlio di Dio Vol. 1 è forse il tentativo di trovare la speranza, o meglio urlare la propria disperazione di fronte ad un Dio che osserva muto. La gigantografia del Cristo di Antonello da Messina domina la scena, un interno borghese algido, minimalista dove sta un vecchio col pannolone e il figlio in procinto di andarsene a lavorare. Il vecchio malato se la fa addosso e il figlio si ritrova più e più volte a ripulirlo dalle sue feci maleodoranti che abbondano come cresce l'angoscia della cura, la vergogna del padre e l'inadeguatezza del figlio. E' questo il segno muto e incomprensibile di una cognizione del dolore che cerca disperatamente senso e lo fa nell'approcciarsi a quel Cristo gigante che diviene traslucido e che sembra dire qualcosa, ma forse è solo un'illusione. Cambio di scena e l'ingresso di un bambino con zaino che lancia una 'pietra bomba a mano' contro il volto del Cristo dà il via ad una rumorosa e assordante intifada contro quell'icona di pace e di amore che si fa oggetto, meglio soggetto d'odio per poi liquefarsi in un incontro che si concretizza nell'assenza di Jesus. In un certo qual modo la performance messa in atto da Romeo Castellucci rappresenta il bisogno (narrativo ed esegetico?) di un senso, di una speranza per una generazione d'artisti che ha distrutto e costruito un suo mondo, che ha fatto ma abbisogna di senso di completezza, o semplicemente di senso, forse perché spiazzata dalla contemporaneità. E allora Sul concetto di volto nel figlio di Dio Vol. 1 di Romeo Castellucci è forse solo l'umanissimo interrogarsi di un uomo davanti al dolore e al non senso della violenza che scaturisce dal sacro, è l'interrogativo umanissimo davanti ad un Dio che non c'è e se c'è si limita a osservare muto il dolore dell'uomo. In tutto ciò non c'è nulla di blasfemo, forse c'è troppo di umano e un bisogno consolatorio che fa tenerezza, ma non aggiunge nulla, né nulla toglie a ciò che il pensiero comune elabora sul senso del dolore e della morte, un comune – a tratti un po' qualunquista – attonito chiedersi: «perché».

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Giovedì, 03 Ottobre 2013 09:25

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