di Ray Cooney, versione italiana di Luca Barcellona
regia Gianluca Guidi
con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Miriam Mesturino, Nini Salerno, Antonio Pisu, Claudia Ferri, Domenico De Santi, Selene Rosiello, Licinia Lentini e con la partecipazione straordinaria di Raffaele Pisu
scene di Alessandro Chiti, costumi di Marcella Pera
al Ponchielli di Cremona, 10 gennaio 2012
Un mix fra Georges Feydeau e il film Un week end con il morto, ma con un solo esito: una comicità di pancia, tanto contagiosa quanto al di là di ogni verosimiglianza nelle dinamiche narrative che portano alla risata. Questo è Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa! di Ray Cooney. Un po' vaudeville, un po' situation comedy, un gioco di intrecci che ammicca all'oggi e frequenta il più classico dei triangoli: lui, lei e l'altro: questo in estrema sintesi l'orizzonte in cui si è mossa la pièce abilmente diretta da Gianluca Guidi e che ha visto contendersi la simpatia della platea un cast ricco e in perfetta armonia composto da: Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Miriam Mesturino, l'applauditissimo Raffaele Pisu e il non meno spumeggiante Nini Salerno, insieme a Claudia Ferri, Domenico De Santi, Selene Rosiello e Licinia Lentini. Due porte, una finestra che dà su un balcone e che si chiude a mo' di ghigliottina, una suite del Grand Hotel Plaza e un guardaroba in cui nascondere un morto sono gli strumenti scenici che nel più classico modello dell'Albergo del libero scambio impongono entrate ed uscite a sorpresa, equivoci a non finire e bugie che si sommano in un crescendo paradossale ed esilarante. Così la notte d'amore clandestino dell'onorevole De Mitri (Antonio Catania) con la segretaria del leader dell'opposizione (Miriam Mesturino) è rovinata da un imprevisto: quello sconosciuto morto stecchito, ucciso dalla finestra mentre spiava la coppia... Un ladro o qualcosa d'altro? La vicenda si scioglie pian piano: l'uomo è stato ingaggiato dal marito della donna per metterla con le spalle al muro... In realtà fra il direttore moralista del grand hotel e qualche guêpière, un segretario dell'onorevole succube della mamma e un inserviente che approfitta di tutto per accapparrarsi mance Se devi dire una bugia dilla ancora più grossa! fila via liscio, liscio in un crescendo di intreccio, in un aumento esponenziale delle menzogne pronunciate e organizzate dall'onorevole che non lasciano scampo alla risata anche di chi è più serioso e inattaccabile. Alla fine — come è giusto che sia — l'intreccio amoroso e le relazioni coniugali si chiudono con la perfezione di un cerchio morale o meglio moraleggiante nella suite dell'hotel Plaza. Lo stile della recitazione, la mimica, le scene eleganti di Alessandro Chiti, i costumi non meno curati di Graziella Pera contribuiscono al successo di uno spettacolo che strizza l'occhio alla tv, che non ha paure dio eccedere nella mimica e nel caricaturale perché sa che questo vuole il pubblico, sa che questo esige la comedie bien faite, o meglio il suo naturale sviluppo in quella commedia di intrattenimento, in quella situation comedy che gli inglesi sanno costruire con perizia di scrittura e umorismo.
Nicola Arrigoni