venerdì, 16 maggio, 2025
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SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE – regia Valerio Binasco

"Sei personaggi in cerca d'autore", regia Valerio Binasco. Foto Virginia Mingolla "Sei personaggi in cerca d'autore", regia Valerio Binasco. Foto Virginia Mingolla

da Luigi Pirandello
con (in ordine alfabetico)  Sara Bertelà, Valerio Binasco, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Jurij Ferrini
con la partecipazione degli allievi della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, Alessandro Ambrosi, Cecilia Bramati, Ilaria Campani, Maria Teresa Castello, Alice Fazzi, Samuele Finocchiaro, Christian Gaglione, Sara Gedeone, Francesco Halupca, Martina Montini, Greta Petronillo, Andrea Tartaglia, Nicolò Tomassini, Maria Trenta
scene Guido Fiorato
costumi Alessio Rosati
luci Alessandro Verazzi
musiche Paolo Spaccamonti
suono Filippo Conti
aiuto regia Giulia Odetto
regia Valerio Binasco
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Ferrara, teatro Comunale, 4,5,6 aprile 2025

www.Sipario.it, 7 aprile 2025

Se lo avete perduto, beh, è stata una grande perdita. Valerio Binasco torna a occuparsi dei Sei personaggi pirandelliani e lo fa con una messa in scena duepuntozero di una mostruosa forza scenica, senza fronzoli, diretta, vista in questa occasione al teatro Comunale di Ferrara. Uno spettacolo energico, scrupoloso e perfetto al quale Binasco, da mago del teatro, riesce ad apporre delle, chiamiamole così, variazioni significative portandolo con un più semplice approccio al pubblico. Il dramma gioca attorno alla tragedia, sviluppata su diversi binari e situazioni, danza coi personaggi, la finzione e la realtà, ed è vivo il teatro nel teatro ma ancor di più l’essere e il non essere che tornano e si confondono e alla base sta il sempreverde quesito siamo noi o le maschere quelle in scena, e nella vita? E dove, dulcis in fundo, la psicologia trionfa, si assesta e si palesa tragicomica. Valerio Binasco si avvale ancora una volta di un cast importante, oltre a se stesso che interpreta il Padre, e ciò fa la differenza. C’è anche una grande carica giovanile, in scena, e sono gli allievi della scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, che co-produce lo spettacolo. Giovani interpreti che hanno così l’occasione per entrare dalla porta centrale del grande teatro, dal quale si impara e si può solo mettere da parte. I sei personaggi si ritrovano, e il grande lavoro di Binasco, ancora una volta un grande, immenso lavoro, sta nel fatto di dare luce nuova e fresca al testo. Come? Con una versione molto lavorata che infonde tutto il senso pirandelliano. Intanto facendo sì che i giovani attori che stanno provando (Pirandello vs Pirandello) si provino a mettere pur con difficoltà in sintonia con i sei personaggi, provino a capirli. E’ potente dunque la questione che Binasco pone, e realizza: tenere per le briglie un testo del Novecento e renderlo attuale, ed ecco il teatro che è presente e si rinnova automaticamente. Nella cesellatura perfetta dell’intera messa in scena, nel lavoro creato dal regista e da tutti gli interpreti. E’ una grande lezione di teatro dal quale prendere e mai mollare, soprattutto per i giovani attori della scuola, ma direi anche per i navigati professionisti. Seppur spostato l’asse della tragedia, come lo stesso Binasco spiega nelle note dello spettacolo, e andando dritto all’essenza della stessa, la vera linea emotiva del testo. Dove non c’è solo la ricerca dell’autore da parte dei Personaggi, ma il dramma della morte, dell’abbandono, del lasciarli andare in un percorso senza fine e immutabile. Con la sensazione di più dolori, dove il prendersi cura degli stessi , amarli, potrebbe essere una soluzione vera. In meno di due ore di spettacolo Valerio Binasco riesce con grande maestria a rendere tutto questo, da vero pedagogo del Teatro con la T maiuscola, appunto, da indicatore di più vie. Assieme a lui nella magnifica prova nella figura del Padre, è eccellente Sara Bertelà, che dà alla Madre notevole spessore nel suo struggente dialogo di disperazione allargato, in primis col Figlio, il bravissimo Giovanni Drago e col gruppo degli attori, col Capocomico, un convincente Jurij Ferrini. Desolazione e incredulità per il proprio dramma ma anche rassegnazione, natura di madre, appunto, che l’attrice incarna, sente, espande. Come eccelle nella sua prova Giordana Faggiano, la Figliastra, nella sua quasi inenarrabile vita, nella sua irrefrenabile e isterica risata continua a tentar di ribaltare la pienezza, a recuperare stabilità. Gli allievi della scuola, qui attori della messa in scena in prova quando recitano fanno la loro, se smettono i panni degli attori in prova rimangono attori con una certa forzatura, che va certamente superata. Lo spettacolo è bellissimo, Binasco ancora una volta indica e conduce il gioco del Teatro, con profondità. Ognuno dei protagonisti, con la sua maschera tragica, infonde rabbia e voglia del vivere, per non morire lentamente e del tutto. Grande il successo ferrarese al Comunale, tanti gli applausi finali, e le chiamate. Una festa.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Lunedì, 14 Aprile 2025 04:54

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