Drammaturgia e Regia di Fabio Cavalli
liberamente ispirato a Sonata a Kreutzer di Lev Tostoj
con Francesco De Masi, Juan Dario Bonetti, Giovanni Colonia,
Leonardo Ligorio, Marcello Lupo, Giacomo Silvano
con la partecipazione di
Irene Moretti Voce, violino e chitarra e Andrea Nunzi Percussioni ed effetti
Alessandro De Nino Direzione Organizzativa Alessandro Marverti Assistente alla Regia
Laura Andreini Salerno Direzione di Progetto
Produzione La Ribalta – Centro Studi “Enrico Maria Salerno” con Associazione Ottava Arte
TEATRO LIBERO DI REBIBBIA ALL’ARGENTINA 2024
DIREZIONE ARTISTICA LAURA ANDREINI SALERNO E FABIO CAVALLI
Roma, Teatro Argentina 2 dicembre 2024
La sonata a Kreutzer di Tolstoj e lo spettacolo che ne è stato tratto, Sonata sulla via di Rossano, potrebbero essere riassunti parafrasando il celebre verso: galeotta fu la musica e chi la scrisse. In entrambi i casi, ci si trova di fronte a un crimine: un uxoricidio, e al senso di colpa che ne deriva. E tutto per colpa della celebre composizione di Beethoven che ispirò la storia a Tolstoj: un racconto che espone quanto l’Arte sia capace di tirare fuori la Verità, bella o orribile, dall’essere umano. Fabio Cavalli, regista e autore dello spettacolo interpretato dalla compagnia Teatro Libero di Rebibbia, traspone la vicenda raccontata dal grande scrittore russo nell’Italia meridionale di qualche decennio fa. E immagina che su un convoglio ferroviario, dentro un vagone, durante un viaggio notturno lungo ed estenuante che da Palermo arriverà fino a Rossano, un gruppo di passeggeri si trova insieme. Fra questi, vi è anche il ricco Pozdnyšev. Gli altri non sanno chi sia, né quello che ha fatto. Ma lunga è la notte, e questo tempo va impiegato in qualche modo. E quale maniera migliore di raccontare una storia? Pozdnyšev non ha dubbi, e subito mette a parte gli altri suoi compagni di viaggio di quello che ha fatto, delle sue opinioni sulla donna – argomentazioni degne del più maschilista e terragno Ottocento –, della sua unione con una moglie bellissima della quale si è scoperto innamoratissimo e gelosissimo, di ciò che è accaduto per colpa della musica (come nel racconto di Tolstoj), dell’omicidio che ha commesso per lavare col sangue quest’onta caduta sul suo onore. Il bello di questo spettacolo consiste nell’atmosfera chiusa, in termini spaziali, che si è realizzata grazie al racconto accompagnato dalle musiche eseguite da Irene Moretti (voce, chitarra e violino) e Andrea Nunzi alle percussioni: entrambi bravissimi. Tuttavia, la sensazione non è stata di asfissia, ma confidenziale, intima, sincera. Perché nella confessione fatta da Pozdnyšev, si respira una consapevolezza, una vera presa di coscienza delle ragioni che lo hanno portato ad uccidere la moglie. Forse pentimento no, ma proprio qui sta l’ambiguità del personaggio, e in certa misura anche la sua coerenza dal punto di vista della scrittura drammaturgica. Francesco De Masi è stato molto bravo nel tratteggiare un Pozdnyšev dalla voce cruda, severa e implacabile, stemperata da vaghi toni di dolcezza, come di chi è impossibilitato dal cambiare il corso degli eventi, pur volendolo fare, e per i quali avverte – forse – sdegno profondo. Molto bravo, e incisivo nel tono vocale e nella ritmica, Marcello Lupo, che mostra sul palco sicurezza del proprio strumento attoriale e passione: una passione vera, di quelle autentiche che camminano di pari passo con una vocazione artistica unica e ineludibile. Sonata sulla via di Rossano è fra quegli spettacoli che non si dimenticano, perché creati con l’unico, e più vero, scopo dell’arte teatrale: renderci uomini consapevoli e, per questo, veramente liberi. Pierluigi Pietricola