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SANGHENAPULE - regia Mimmo Borrelli

"SANGHENAPULE, Vita straordinaria di San Gennaro", con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli, regia Mimmo Borrelli "SANGHENAPULE, Vita straordinaria di San Gennaro", con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli, regia Mimmo Borrelli

Vita straordinaria di San Gennaro – regia Mimmo Borrelli
testo e drammaturgia Roberto Saviano e Mimmo Borrelli
regia Mimmo Borrelli
con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli
musiche, esecuzione ed elettronica Gianluca Catuogno e Antonio Della Ragione
scene Luigi Ferrigno
costumi Enzo Pirozzi
luci Salvatore Palladino
sound design Alessio Foglia
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
Al Teatro Bellini di Napoli, dal 24 al 29 Settembre 2024 

www.Sipario.it, 27 settembre 2024

Per le vie di una città ricca di contraddizioni come Napoli, in cui forse sta la sua bellezza, oggi vi sono vari punti in cui spiccano e risaltano cuori luminosi con scritto “cuore di Napoli” ed è proprio lì che Roberto Saviano e Mimmo Borrelli ci accompagnano, pur riportandoci a un tempo antico che comunque resiste e ri – esiste ancora oggi, con le loro parole e la loro voce potente. Come un docu – film in versione teatrale, in cui il racconto/storia si alterna con lo spettacolo straordinario di un Borrelli che si trasforma di volta in volta in tutti i personaggi narrati da Saviano, ci raccontano le viscere di un mondo di paura e di dolore, ma che non può esistere senza amore e allegria smisurata e viceversa, dove le mezze misure forse non sono mai esistite e dove proprio grazie a questi contrasti  vivono le storie e la vita diventa così speciale, libera, viva appunto. Un ritorno assai gradito nella splendida cornice del Teatro Bellini, di uno spettacolo che usa il sangue come filo conduttore di appartenenza e di narrazione, da quello secco e ormai senza vita delle guerre e dei soldati, delle famiglie e delle tragedie, a quello che ogni anno si scioglie ancora e si ravviva, ri – vivendo appunto e rinnovando l’intesa e l’accordo non scritto tra un santo diverso dagli altri e il suo popolo fedele. San Gennaro, come tutti i napoletani, è un santo che comprende, un santo che capisce le esigenze, le dimenticanze e perfino gli “insulti” dei suoi protetti, non perché questi siano blasfemi, ma perché la confidenza e l’intimità fra Napoli e il suo patrono è tale da renderlo un rapporto eccezionale, più unico che raro. Un filo rosso sangue appunto, che unisce, che cuce e tesse relazioni come una trama fitta tanto quanto i suoi vicoli in cui viene scritta, che ci fa scendere nel ventre di Napoli, tra le sue vie più segrete e i suoi abitanti più veraci, tra i martiri della Repubblica Partenopea del Settecento  e l’emigrazione verso l’America del Novecento, fino alle più svariate leggende come l’uovo della Sirena Partenope che il poeta Virgilio nascose nei sotterranei e su cui si reggerebbe l’intero Castel dell’Ovo o il golfo di Napoli nato da Lucifero, il cui impatto dal Cielo sulla Terra avrebbe generato il Vesuvio e che, restando appeso per la coda e agitandosi, avrebbe sparso pezzi di Paradiso rimasti attaccati alla sua schiena generando appunto il meraviglioso golfo. San Gennaro martire, protettore degli emigranti, aiutante della sua gente, custode e detentore del tesoro forse più prezioso al mondo  e simbolo indiscusso di un territorio di luci e ombre, tra celeste e sotterraneo, tra italiano e napoletano, in un miscuglio di due vere e proprie lingue che raccontano la bellezza. In ognuno dei napoletani in particolare, ma in ogni essere umano in generale, regnano milioni di contraddizioni, come fossero dei Caravaggio che si servono di luci ed ombre proprio per venire alla luce ed esistere nell’equilibrio tra le parti. SANGHENAPULE, Vita straordinaria di San Gennaro è uno splendido spettacolo di difficilissima esecuzione tecnica, scenica e recitativa, con inizio a scena aperta e con colonna sonora live di accompagnamento e ritmo serrato e forsennato proprio come un fuoco rosso vivo, come il sangue del Santo che nella straordinaria storia della sua salvaguardia e conservazione, lo rende di certo l’unico patrono quanto mai vivo nella quotidianità e nel fedele animo dei napoletani. 

Francesca Myriam Chiatto

Ultima modifica il Domenica, 29 Settembre 2024 13:16

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