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SCUSA SONO IN RIUNIONE... TI POSSO RICHIAMARE? - regia Gabriele Pignotta

"Scusa sono in riunione... ti posso richiamare?", regia Gabriele Pignotta. Foto Angelo Redaelli "Scusa sono in riunione... ti posso richiamare?", regia Gabriele Pignotta. Foto Angelo Redaelli

di Gabriele Pignotta
con Vanessa Incontrada, Gabriele Pignotta, Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari, Nick Nicolosi
scene Matteo Soltanto
costumi Valter Azzini
musica Stefano Switala
luci Pietro Sperduti
regia Gabriele Pignotta
produzione a.ArtistiAssociati
Thiene (Vicenza), teatro Comunale, 15 febbraio 2022

www.Sipario.it, 19 febbraio 2022

Mettete cinque amici che si ritrovano quindici anni dopo la laurea, ex ragazzi ed ex ragazze sempre alla ricerca di qualcosa che probabilmente non trovano. Mettete il loro brio rampante in ascesa, illusoria spesso, non originale come la loro vita, e mettete anche che uno di loro si burla a insaputa degli altri del gruppo. Come? Fingendosi morto, con tristezza, amarezza, dolore di tutti. Ma l’ex ragazzo (un ironico Nick Nicolosi) che giovane giovane ormai non lo è più mira piuttosto che al trapasso a uno scherzo (si badi ben, remunerato, a quanto pare), creando una sorta di gioco virtuale, un “grande fratello” che riprende con telecamere collocate dappertutto per un reality (questo sono i tempi che ci toccano) , a scoprire tra loro chi burla e chi no, come lo fa, addirittura costruendogli attorno altre caratteristiche. Che tu sia gay, ragazzo, così vediamo le varie reazioni. I cinque vengono mostrati in questo divertente gioco a incastri per scrittura e messa in scena (ottimo il lavoro dell’autore, anche attore e regista, Gabriele Pignotta) in tutte o quasi le “maledizioni” che l’epoca moderna offre a iosa, e cioè telefonini che squillano in continuazione, autoconvinzioni d’essere, convenienti frequentazioni o presunte tali. Tralasciando, naturalmente, e tragicamente, il meglio della vita, i veri valori, la propria essenza di ognuno, il recuperabile che pare ahinoi perduto. La cosa rimane lievemente ai margini, a dispetto del fulcro dello spettacolo che è quello dell’orchestrazione delle riprese per il reality da parte di Lorenzo coadiuvato maldestramente e con poca convinzione da Nicole ai danni degli altri tre. Sulla tecnicissima e perfetta scena di Matteo Soltanto, a dir poco efficace, si muovono all’interno di una dimora campagnola i protagonisti, ignari (a parte i due che architettano alle loro spalle il tutto) degli equivoci che si andranno a creare, quindi ignari anche delle conseguenze che si vengono a creare. Immersi in un testo amabile e arzigogolato di situazioni, maldestre e sfiancanti, e di disavventure al limite dell’onirico (comico), ognuno cerca se stesso tentando di avere appoggio dall’altro, in un caleidoscopio copioso dal ritmo frenetico, “a palla”, si potrebbe dire, dove gli applausi a scena aperta non si contano, e il divertimento degli spettatori vola. Il ritmo è molto ben sostenuto da tutti gli attori, c’è chi si compiace di più ma fa parte del gioco. Le diverse stranezze dei personaggi, che appaiono tali dell’uno all’altro, si intersecano offrendo uno spaccato generazionale desolante, ma fortunatamente comico. Si inseriscono sulla scena, altro grande colpo dell’autore Pignotta, la serie di rewind rallentati che gli interpreti recitano alla perfezione. Chiaro che in un contesto simile i momenti malinconici hanno meno effetto, rallentano e un po’ si perdono, ma sono attimi, e tutto ritorna in vita. Tra perentorietà femminili estremizzate, ed equivoci al limite dell’assurdo, il testo mostra un’esuberanza piacevole, molto divertente, e un ritmo collaudato, invidiabile. Gli attori non si perdono mai un attimo, Gabriele Pignotta da autore parla al pubblico portando svago felice, da interprete e regista regala ritmi e intermezzo briosi, e il suo essere uno e trino è completo, niente da ritoccare. Al suo fianco Fabio Avaro fa Tommaso, col suo sarcasmo vincente e una plasticità di movimento interessante e Vanessa Incontrada, Siddhartha Prestinari e Nick Nicolosi, stanno al passo con fedele e appropriati ruoli, che non cedono trascuratezza né quasi mai minime enfasi, che potevano essere (ma fortunatamente non lo sono) calcate di più. Un teatro esaurito in ogni ordine di posti ha decretato al termine calorosi applausi e chiamate. Quel che si dice, una indovinatissima serata a teatro.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Mercoledì, 23 Febbraio 2022 07:52

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