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SARTO PER SIGNORA - regia Valerio Binasco

"Sarto per signora", regia Valerio Binasco "Sarto per signora", regia Valerio Binasco

di Georges Feydeau
traduzione, adattamento e regia Valerio Binasco
con Emilio Solfrizzi
e con Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Barbara Bedrina, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari
scena Carlo De Marino
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
musiche Arturo Annecchino
Milano, Teatro Manzoni dal 13 al 30 ottobre 2016

www.Sipario.it, 2 novembre 2016

Come è noto alla maggior parte degli spettatori, "Sarto per signora" ("Tailleur pour dames"), è una delle farse più famose, scritte da Georges Feydeau: autore di punta della Parigi borghese e sofisticata di fine XIX.
Rappresentata per la prima volta, con successo, al Théatre de la Renaissance, il 17 dicembre 1886.
Lo stile della pièce non differisce "dall'Albergo del libero scambio" o della "La pulce nell'orecchio".
Si tratta di "canovacci", più propriamente d'intrecci precostituiti, riguardanti storie di coppie di ceto medio – alto: professionisti benestanti afflitti da idiosincrasie in merito ai doveri coniugali e posti dinnanzi al titanico sforzo di superare la noia di una vita sin troppo facile.

Trama
Molineaux è un medico più galante che capace: fatuo e festaiolo intrattiene rapporti confidenziali con le sue pazienti più belle e disponibili. L'avventura di turno vede protagonista la prosperosa Suzanne Aubin (contrapposta alla malinconica e diafana moglie Yvonne), La scena di apertura vede Moulineaux, entrare in casa furtivamente, in frac e marsina, dopo una notte passata all'addiaccio.
Colto alla sprovvista da servitù e consorte dà inizio ad una rete lunga, quanto inutile di bugie,
Notevoli le capacità di sintesi di Feydeau nella sua dote di "bozzettista" di caratteri: dalla fanciullezza e nevrotica del protagonista, contrapposte al carattere lagnoso vittimista della moglie).
L'arrivo di Bassinet (menzionato nel fantasioso racconto di M.) incrina il castello di bugie ma ha anche lo scopo di introdurre colpi di scena e tic dei due atti successivi.
Al colmo dell'indignazione, per il tradimento subito, Yvonne, minaccia di chiamare la madre,- tipico esemplare da commedia leggera,- è un donnone indisponente e urticante per il sistema nervoso del povero dottore.
L'arrivo della bella Suzanne e del marito cornuto a seguito, completano infine la compagine di personaggi di codesto caravanserraglio borghese.
Alla fine del primo atto gli ingredienti della farsa sono tutti presenti e il favore del pubblico è pienamente accordato quanto pronto ad accogliere fra risate e applausi entrate e uscite a "effetto" di "Sarto per signora. Gli altri due atti a seguire saranno lo sviluppo, di questo sestetto matrimoniale.
Il lavoro di adattamento realizzato da Valerio Binasco ha il grande pregio di non aver alterato l'atmosfera né il clima di irresponsabile allegria, tipico della farsa francese.
Grazie ad una buona partitura registica, e ritmi perfetti: Il meccanismo non perde un colpo e il pubblico ride come e dove previsto.
Attori alla prova
"Sarto per signora" è stato, da sempre, il banco di prova di attori francesi e italiani: un memorabile Alberto Lionello, alle prese fra entrate e uscite, è stato un Moulineaux' manierato, quanto irresistibile.
I tempi cambiano e Montagnani, ha proposto una variante vagamente nevrotica e chapliniana del nostro specialista dell'amore.
Per giungere infine alla lettura fornita da Emilio Solfrizzi. La sua chiave interpretativa punta sulla modernità di un uomo afflitto da sindrome di Peter Pan:patologicamente ottimista e bugiardo compulsivo. Questo uomo- bambino non riesce a calcolare i rischi e le conseguenze delle sue azioni; col solo risultato di candidarsi a vittima delle sue stesse menzogne.
L'interpretazione segna ritmo e il tenore delle altre: adegua le uscite a sproposito di Bassinet (un eccelso Fabrizio Contri), le frivolezze di Etienne (un incisivo Cristiano Dessi) e gli aggressivi vittimismi di Yvonne (lacrimevole e aristocratica Elisabetta Mandatari).
Generosamente, crea spazio e agio nelle scene a due: Con Aubin, consorte, vittima e complice (Simone Luglio) crea un'intesa basata sull'adulterio, peccato di retaggio maschile
Una menzione anche alla compagine femminile, adeguata al testo e ai caratteri interpretati: Suzanne Aubin (Lisa Galantini), Rosa (Viviana Altieri); Anita Bartolucci e Barbara Bedrina, due battagliere e svaporate pantere.

Scenotecnica e arte visiva
Una particolare nota di merito va alle scene, così meticolosamente create da Carlo De Marino ed ai costumi di Sandra Cardini. Lo studio – abitazione della sarta, adattato a Garconniere
appare démodé e vagamente equivoco. I personaggi si muovono e vivono perfettamente la scena, mentre -l'uso calibrato dell'illuminotecnica,-gioca sulle trasparenze, spessore dei costumi, e corporeità degli interpreti.
I livelli di professionalità impiegati hanno prodotto, uno spettacolo sobrio e ironico. Buono il grado di partecipazione del pubblico: attivo sia nel corso della pièce, che al termine con un buon numero di chiamate in scena.

Francesca Bastoni

Ultima modifica il Domenica, 06 Novembre 2016 09:58

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