di Sergio Pierattini
progetto e regia: Veronica Cruciani
con Gigio Alberti, Alex Cendron, Veronica Cruciani, Milvia Marigliano
scene e costumi: Barbara Bessi
disegno luci: Gianni Staropoli
musiche: Paolo Coletta
Milano, Teatro Filodrammatici, dal 13 al 25 novembre 2007
Tragedia piccolo borghese in una famiglia bergamasca che da operaia è diventata benestante. Il padre ex metalmeccanico impegnato sindacalmente, ha una impresa edile che rende bene, vivono in un bell' appartamento, la figlia è laureata, il figlio lavora in cantiere col padre, la madre è appagata dal suo riscatto sociale. Ma una «disgrazia» rompe gli equilibri e si spalanca un inferno di recriminazioni e sensi di colpa: la figlia si innamora di un marocchino che lavora, in nero, dal padre. Quando lui vuole lasciare la ragazza, lei lo uccide. Lui ha tradito la famiglia. È la storia raccontata con bella progressione drammaturgica e stile asciutto da Sergio Pierattini ne «Il ritorno», messa in scena da Veronica Cruciani con sobria linearità, in uno spazio spoglio. Un testo crudele che mette a nudo una realtà complessa dove razzismo, sfruttamento, sentimenti negati compongono una quotidianità devastante. Straordinaria è Milvia Marigliano (foto) che disegna con ricchezza di toni e intenzioni una madre crudele, gonfia di rabbia e stordita da rancori, sola. Gigio Alberti è bravo nel far vivere il padre cui il senno cede. Bravi anche Veronica Cruciani, la figlia confusa, e Alex Cendron, il figlio, l' unico che spera in una vita cui siano i sentimenti e i valori a dare senso.
Magda Poli