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UNA RAGAZZA COME IO - regia Nicola Borghesi

Chiara Francini in "Una ragazza come io", regia Nicola Borghesi Chiara Francini in "Una ragazza come io", regia Nicola Borghesi

di Nicola Borghesi e Chiara Francini
Regia: Nicola Borghesi
Interprete: Chiara Francini
Musiche originali: Francesco Leineri
Esecuzione dal vivo: maestro Francesco Leineri
Elettronica e strumenti giocattolo: Francesco Leineri
Scenografie: Katia Titolo
Costumista: Diamante Cavalli
Disegno luci: Giuseppe Filipponio
Organizzione: Dario Costa e Marcella Santomassimo
Produzione: Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino, 22 luglio 2022

www.Sipario.it, 24 luglio 2022

L’atto unico, elaborato da Nicola Borghesi, uno dei drammaturghi e attori più innovativi del teatro italiano, e dalla stessa Francini, è un incalzante monologo di un’ora e quindici minuti. Nel corso dell’agile spettacolo, diretto con maestria da Borghesi, viene raccontato cosa significhi essere oggi una donna. La bravissima attrice in scena per l’intero spettacolo ripercorre, come confermano alcune stringate note di regia, “la sua vita unica eppure così simile a quella di tanti altri, l’infanzia di paese, i nonni con cui è cresciuta, la famiglia matriarcale, l’adolescenza, il percorso di ragazza di provincia sano e caparbio, il desiderio odierno combattuto e vivissimo di voler diventare mamma e la fierezza dell’essere ora e sempre diversa, una strana, un fori di posto, un’inadeguata, una parvenue. Chiara Francini, brava attrice, abile conduttrice televisiva e apprezzata scrittrice fiorentina classe 1979, si cimenta con successo con una nuova avventura teatrale. Il suo impegno in questo settore, iniziato nel 2001, gli è valso le lodi di Aldo Cazzullo che lapidariamente l’ha definita “l’attrice più talentuosa della sua generazione”. In questo caso Chiara Francini si misura con ecccellenti risultati con un frizzante monologo, scritto e cucito proprio sulle sue corde. Lo spettacolo che unisce comicità, intelligente intrattenimento basato su un gioco sapiente di eleganti contrasti, rivela la sua straordinaria ironia. “Avevo voglia di scrivere io un testo per me e di partire dalla verità”, ha dichiarato di recente l’attrice all’Ansa, “E non c'è niente che non conosca meglio di me stessa. Come diceva Fitzgerald, la parte più bella dello scrivere è scoprire che i tuoi desideri sono desideri universali, che non sei solo".
Il titolo della prima nazionale di questo agile spettacolo riprende solo formalmente quello dell'autobiografia da Anita Loos (1889-1981). In a A girl like I volume edito nel 1963 si parla in maniera pungente e deliziosa degli scandali e dei pettegolezzi dell’età dell’oro di Hollywood. Del resto la Loos conosceva bene quel mondo in quanto firmataria nel 1953 della sceneggiatura del film Gli uomini preferiscono le bionde.
L’attrice e coautrice italiana ripercorre con rigore sul palcoscenico la sua vita, unica eppure simile a quella di tante altre donne: la nascita l’infanzia di paese vissuta a Campi Bisenzio, i nonni con cui è cresciuta in case popolari, la sua famiglia matriarcale, l'adolescenza passata in una scuola della Firenze bene. Insomma si parla in maniera mai scontato e banale delle vicende di una giovane ragazza di provincia, in cui si manifesta nella parte finale in maniera con chiarezza anche il desiderio combattuto e vivissimo di diventare mamma. Inoltre viene esaltata la fierezza dell’essere ora e sempre, “una diversa, una strana, una fuoriposto, un'inadeguata, una parvenue”.
Poi aggiunge: “Nella vita mi sono ritrovata ad avere un minimo di successo e di agio, ma resto sempre una ragazza provinciale di campagna. Vivo sempre questo squilibrio. Ma avere consapevolezza di quello che si è, soprattutto per noi donne, significa ottenere la libertà. Non è un percorso facile, ti devi porre molte domane e molte, lo sai già, non avranno una risposta. Ma sono domande che, a ben vedere,f anno parte integrante della vita di tutti noi”. E ancora afferma con malcelato orgoglio “Sono testarda e volitiva e ho sempre seguito la mia passione, perché le cose non si fanno solo con la gentilezza, ma con la prepotenza, anche verso se stessi”, In tournée fino a settembre, lo spettacolo riprenderà poi in autunno. Il buon esito di questo originale spettacolo che diverte e nel contempo fa pensare gli spettatori è assicurato delle musiche eseguite dal vivo dal maestro Leineri e le scenografie della Tritolo che puntano in alcuni momenti su effetti speciali ottenuti da fumi che fuoriescono dal palcoscenico avvolgendo l'attrice. La sobrietà delle scenografie si base su pochi funzionali elementi: in alto il titolo illuminato del raffinato testo, un albero di Natale con lumini ora accesi e ora spenti, delle luci nella parte anteriore del palco, uno sgabello, un panchetto talvolta utilizzato dall'attrice, un divano, un microfono, la silhouette di un albero di cactus, un fenicottere e una culla. Vanno pure segnalati i nomi delle maestranze che hanno collaborato allo spttacolo: l’elettricista Peppe Antonulli, il macchinista Raffaele Basile, l’amministrazione di Morena Lenti e Riccardo Rossi e infine le foto manifesto di Maria La Torre. Il brano, Che c’è di male, eseguito nel finale è di Francesco Maddaloni. La Francini, donna colta e attrice rigorosa e disinvolta, si conferma capace di dominare la scena con sicurezza grazie a molti movimenti eleganti.

Roberto Trovato

Ultima modifica il Domenica, 24 Luglio 2022 17:03

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