venerdì, 08 novembre, 2024
Sei qui: Home / P / PICCOLI CRIMINI CONIUGALI - regia Michele Placido

PICCOLI CRIMINI CONIUGALI - regia Michele Placido

Michele Placido e Anna Bonaiuto in "Piccoli Crimini Coniugali", regia Michele Placido Michele Placido e Anna Bonaiuto in "Piccoli Crimini Coniugali", regia Michele Placido

di Eric-Emmanuel Schmitt
Adattamento e regia di Michele Placido pure interprete con Anna Bonaiuto
Scene: Gianluca Amodio
Costumi: Alessandro Lai
Musiche: Di Maggio & Luna
Luci: Pasquale Mari

Produzione: Goldernat
Teatro Quirino di Roma dall'1 al 13 ottobre 2019

Prossime recite: 7/11/2019 Scandiano (RE) Teatro Boiardo, 9/11/2019 Cine Teatro L'Agorà
10/11/2019 Vercelli Teatro Civico, 11/11/2019 Alba (CN) Teatro Sociale

www.Sipario.it, 8 ottobre 2019

Gli epigoni di Pinter

Una storia semplice, ma non desueta, ascrivibile ad una delle miriadi "scene da un matrimonio" sconosciute ai più e seppellite, in complice silenzio, nell'opprimente decoro delle mura domestiche. I fatti (che la commedia riesce abilmente a centellinare): Gilles e Lisa, agiati signori di mezza età, uniti da vincolo matrimoniale da circa vent'anni , scrittore di gialli lui casalinga lei, trascinano vite intrecciate ma sostanzialmente estranee. Persuasasi -non a torto- di essere reiteratamente tradita, la donna (in un 'tempo' che è antefatto del presente-scenico) stimola il marito ad una chiarificazione, una confessione, un qualsivoglia armistizio per ridare propellente a quella 'coazione a ripetere' su cui si fonda la routine di tante convivenze consunte.
All'ennesimo diniego di Gilles, in un attimo di furibonda reazione, Lisa lo colpisce alla testa con un oggetto pesante e contundente. Preziosa "opportunità" che offre all'uomo l'occasione per fingersi stordito, smemorato, bisognevole di soccorso ospedaliero. Cosa che puntualmente avverrà, senza "gravi" conseguenze, salvo il perpetuarsi della falsa amnesia (chi sono? Chi sei? Come mi chiamo?) anche dopo le dimissione dal nosocomio e il conseguente 'furoreggiare' di equivoci, fraintendimenti, torture mentali, amare bugie al momento (topico) del 'ritorno a casa' ("non so nemmeno dove mi trovo").
Eric E. Schmitt annota che "per tutta la vicenda non si sa mai che pericolo, per così dire dialettico, aspetta i due dietro l'angolo, entrambi troppo impegnati a scagliarsi addosso vecchi rancori e inconfessabili rivelazioni. Ed essendo, la perdita di memoria, il pretesto per essere finalmente, totalmente sinceri l'uno con l'altro". Ottimismo all'ingrosso. Nel risaputo ribaltamento di fronte (sadomasochistico) dei due 'naufraghi ' sbandanti in testa-coda.
Palesemente epigono di Pinter, refrattario a Ibsen e Strindberg – nel tragico precipitare dei loro drammi domestici- l'autore (abilissimo artigiano di calembour e apparati drammaturgici a 'sospensiva tensione': per il pubblico di bocca buona) è invece un inveterato enigmista della parola, manipolatore di lemmi e allocuzioni (a doppio, triplo senso, da andata e ritorno), divertito giocoliere di "fenomenologie dell'anima" disagiate, triturate, sorvolanti la realtà in misura epiteliale e disconoscimento di quella "cognizione del dolore" che si accompagna a ciò che i francesi definiscono la maladie d'amour (e di ogni simbiotica convivenza ove una nevrosi alimenta l'altra).
Più che di gabbie e di inferni domestici ciò in cui si immerge lo spettacolo  è quindi il piacere di "catturare" ed   épater les bourgeois  (più o meno come accade nelle commedie della connazionale Yasmina Reza): su quel   crinale stantìo di rispecchiamento e sublimazione (deresponsabilizzante) che ha smesso di funzionare, per tutti gli  occidentali, con l'avvento della Grande Crisi del 2007, arrecante corollari di sopravvivenza e triste fine di falsi  'giochi al massacro' per coppie e comitive.
Spiace scrivere inoltre- a fronte dell'interpretazione ferrigna, volitiva, caparbiamente 'fragile' dell'infallibile Anna Bonaiuto- di quanto stazzonata e indolente "si diverte" ad essere l'esibizione di Michele Placido. Strambamente incurvato, gigioneggiante, malvestito come se volesse (invano) dare consolazione e compatimento al codardo personaggio di Gilles.
Raffinata ambientazione (tutta lunghe scale e librerie a muro), patinato tappeto musicale tipico anni '70 ("L'appuntamento" di Ornella Vanoni), accurato dosaggio delle luci di scena. Ma nulla di più.

Angelo Pizzuto

Ps La penultima volta che "Piccoli crimini coniugali" andò in scena a Roma (era il 2005) ne furono interpreti la radiosa e dissacrante Andrea Jonasson ed il caro Giampiero Bianchi, cui approfittiamo per rendere omaggio, essendo scomparso – fra poco saranno quindici anni- un mese dopo la fine delle repliche: per autodeterminazione e quindi meritevole del nostro rispetto e riserbo. Trascrivo ciò che ebbi ad annotare quando appresi della sua fine: "recitava come solfeggiando, in punta di anglosassone ironia. Impercettibilmente svagato e con sobrio distacco. Eleganza mai affettata o esibita. L'esatto opposto dell'Istrione italiano: invadente, ingombrante, eccessivo".
Oggi nessuno sa più chi è stato Giampiero Bianchi, attore: male, molto male.

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Ottobre 2019 19:12

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.