di William Shakespeare
regia: Giancarlo Sepe
con Andrea Giordana, Ivana Lotito, Marcello Prayer
Milano, Teatro Carcano, dal 21 novembre al 2 dicembre 2007
Roma, Teatro Eliseo, dal 12 febbraio al 2 marzo 2008
"Otello", quel grumo nero d'inferma gelosia
E' cosa buona e giusta, dopo tante stagioni di teatro pensato e fatto, concedersi una digressione particolare, magari uno spaccato di classicità in cui, data la sua natura universale, versare molte delle proprie voglie. Questo sfizio se lo è concesso Andrea Giordana, che interpreta all'Eliseo, fino al 2 marzo, un Otello shakespeariano al quale Giancarlo Sepe, con mano disinibita, ha drammaturgicamente applicato l'arte del ritaglio. Un Otello, cioè, isolato nel suo rapporto totale e totalizzante d'amore e morte con Desdemona e portato alle estreme conseguenze non tanto dal doppio gioco di Jago, quanto dall'esasperato solipsismo in cui macera la gelosia. Tutto in 80 minuti filati.
Il regista veste Giordana con una divisa da marinaio, il capitano Nemo, certo, ma anche un Achab ripiegato sulla propria monomania. E lo vuole nero, nerissimo, come un attore ottocentesco da Carro di Tespi esaltato dal ruolo del Moro. Attorno, in una stanza di pannelli scuri illuminata da fluorescenze bluastre e da improvvise scriminature incandescenti (il mare di Cipro e di Venezia, e le saette del cervello?) le figure della tragedia sono costantemente a disposizione dello spettacolo: lo Jago in abito scuro di Marcello Prayer, qui tessitore da strapazzo superato, nelle sue intenzioni criminali, dall'afflato amore/morte, onnivoro, di Otello; la Desdemona giovane e pulita di Ivana Lotito, lolita quanto deve e quanto basta; il Cassio di Luca Giordana, assimilabile a un giovinotto da disco-pub che mai troppo tenta di capire della vita; l'Emilia di Valentina Valsania, dedita e sommessa; la Bianca di Barbara Giordano e il Lodovico di Michele Mietto. Infine sulfureo, come rubato al melodramma, il Roderigo di Pino Tufillaro.
Giordana, grumo centrale della rappresentazione-flash, linee semplici e cuore tumultuoso, ha una bella eloquenza scenica e interpretativa. Intenerisce, appassiona. E lascia indovinare anche "il resto" del suo Otello alla Oliver Sacks.
Rita Sala
Otello: il terrore di non essere amato
Un uomo non più giovane, innamorato che teme d' aver riposto la sua fiducia in una ragazzina falsa e sventata, un uomo insicuro la cui insicurezza poggia su un sentimento di diversità che lo rende incapace di credere che lo si possa amare per quello che è al di là del suo potere e del fascino del suo coraggio. È Otello di Giancarlo Sepe, drammaturgo e regista, che in uno spettacolo suggestivo mette a nudo l' anima di un uomo che sa come la passione d' amore sia l' unico antidoto contro l' inesorabile scorrere della vita. Tra pareti lucide e riflettenti, in un palcoscenico spoglio e ingannevole come l' animo umano, tra personaggi vestiti in abiti da sera, Otello di Andrea Giordana scava nel suo cuore, il volto e le mani dipinte di nero a sottolineare più che la fedeltà al testo di Shakespeare, il peso ingiusto di una diversità che ha fatto di lui un uomo consumato dal senso di inadeguatezza d' essere amato. Andrea Giordana è intenso, bravissimo, dà accorata verità a un Otello ferito nel più profondo cui anche l' amore sincero della giovane Desdemona, la brava Ivana Lotito, sembra una beffarda, crudele illusione. Giancarlo Sepe cancella il sociale, non c' è Venezia, non c' è Cipro, ci sono solo sentimenti che in un' atmosfera in bilico tra veglia e incubo si aggrovigliano come serpi nel cesto di un incantatore, Iago, Marcello Prayer, che tesse le trame del suo nero imbroglio e fa cadere Otello nell' abisso del suo animo. Una grande storia d' amore e di morte, nella quale recitano in bella consonanza con il disegno registico, anche Pino Tufillaro, Luchino Giordana, Barbara Giordano, Valentina Valsania, Michele Mietto, e nella quale va in scena la vita con le sue terribili e fatali incongruenze, le sua assurdità, le sue contraddizioni che sfociano in passioni, in meschinità, in odi, in cinismo, in ridicolo.
Magda Poli