di William Shakespeare
drammaturgia Ármin Szabó-Székely
regia Kriszta Székely
con Barna Bányai Kelemen, Vivien Rujder, Lehel Kovács, Alexandra Borbély, Dávid Vizi, Ferenc Elek, Péter Takátsy, Vilmos Vajdai, Benjámin Lengyel, Kata Kanyó
scene Nelli Pallós
costumi Juli Szlávik
musiche Flóra Lili Matisz
Katona József Színház, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Spettacolo in lingua ungherese con soprattitoli in italiano
Teatro Carignano Torino 22 – 25 febbraio 2024 Prima nazionale
Su un palco disegnato esclusivamente dalle luci e delimitato da un semicerchio di teloni di nylon spessi, come quelli che si trovano in certi capannoni a separare l’area degli addetti ai lavori dalla zona per il pubblico, si è concretizzato il nucleo di Otello nella versione puntellata di rock della regista ungherese Kriszta Székely. Incisivo ed incalzante, crudele, algido e perverso, con il nero Otello di nero vestito e gli altri personaggi su toni chiari, financo bianchi, dove il bianco ha però sensi sarcasticamente luttuosi. Iago è basso, massiccio, imperscrutabile ma dall’aspetto bonario dunque ancora più mellifluo. Székely ha semplificato le gerarchie militari sostituendo i gradi di alfiere (Iago) e luogotenente (Cassio) con quelli maggiormente intelligibili di capitano e colonnello. E ha sottolineato certi passaggi del testo, così vicini al sentire coevo perché questioni millenarie di forse impossibile risoluzione, come il conflitto tra Oriente e Occidente con la battaglia di Cipro, dove Otello guida la flotta della repubblica veneziana contro i turchi, gli islamici, arginandone l’avanzata di conquista. Iago dinoccolato e ammiccante, circense ed esplosivo, Desdemona che mai si è vista così aderente all’immaginario, bionda, giovane, dal viso delicato, senza esasperazione nei toni, Emilia alta, confidente, che non indulge a movenze sinuose, vestita della propria dignità, Roderigo il vile, disperato, inetto, fragile, pallido giovane veneziano corrotto e corruttore, e poi Otello, nella sua maestà e rispettabile ferinità. E tutti gli altri a concorrere al quadro d’insieme. Non un minuto di noia. Un ruotare di azioni senza supporto di alcun orpello scenografico, sostenute però dal disegno luci e dalla musica, dalle cover memorabili incarnate dal vivo. Székely allestisce spettacoli nudi, crudi, quali lineari, di complicata semplicità e rara potenza. Ottima occasione per il pubblico italiano quella offerta dal Teatro Stabile di Torino con questo Otello. Maura Sesia