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NOTTE DI PINOCCHIO (LA) - regia Linda Di Pietro

"La notte di Pinocchio", regia Linda Di Pietro "La notte di Pinocchio", regia Linda Di Pietro

Di: Marco Avarello
Con: Carlo Valli, Cristina Giachero, Letizia Letza, Lorenzo Grilli
Coreografie acrobatiche di Materia Viva Perfomance
Regia di Linda Di Pietro
Produzione: Artinmovimento
Milano, Teatro Delfino domenica 10 Novembre 2019

www.Sipario.it, 19 novembre 2019

Riflessioni di un ex burattino (Valutazione cinque su cinque.)

Che fine fanno le favole dopo il noto "E vissero felici e contenti"? Che sorte tocca ai personaggi che hanno vissuto queste storie?
Questa e mille altre domande sono alla base dello spettacolo "La notte di Pinocchio", sequel teatrale ispirato alla celebre fiaba di Collodi.
Il testo di Marco Avarello analizza con lucidità e ironia l'animo dell'ex burattino divenuto uomo: puntando a una ricerca di senso amara e al contempo candida sul significato della vita.
La regia di Linda di Pietro, scandisce invece il ritmo dinamico e piacevole della parata degli ex compagni di Pinocchio, ormai divenuti adulti e sbandati.
Un cast essenziale e in perfetta armonia: a partire da Carlo Valli nella parte di un Pinocchio bambino invecchiato e mai diventato uomo in antitesi al personaggio del grillo parlante eternamente giovane, quanto fastidiosamente saggio (Lorenzo Grilli).
Cristina Giachero e Letizia Letza, nei ruoli della Fatina e della volpe: sono le due presenze femminili che incarnano l'avidità e il candore di Pinocchio "burattino".

La vicenda che segue dopo il lieto fine va oltre la lezione di bontà della fatina, impartita ai bimbi di tutto il mondo: L'esistenza ha un retroscena amaro ed è quella che chiamiamo realtà.
Pinocchio impara con fatica che per diventare umani, ci vuole altro che un tocco di bacchetta magica. La vita è sacrificio e, sbagli e rimpianti, sono parte del fardello quotidiano che ogni essere porta con sé nel corso della sua vita... Questa è la vera grande lezione, appresa da Pinocchio, dopo una notte di smanie e infinite riflessioni.
Il finale, lasciato volutamente in sospeso, porta con sé molti interrogativi e dubbi, sulla condizione umana, lasciando trasparire la nostalgia di un'esistenza semplice vissuta da "burattino".

Francesca Bastoni

Ultima modifica il Giovedì, 21 Novembre 2019 03:47

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