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NEMICI PER LA PELLE - con Tano Mongelli, Ludovico D’Agostino, Alessandro Bay Rossi, Gianpaolo Pasqualino

“Nemici per la pelle”, foto Natale De Fino “Nemici per la pelle”, foto Natale De Fino

con  Tano Mongelli, Ludovico D'Agostino, Alessandro Bay Rossi, Gianpaolo Pasqualino
costumista Giovanna Mazzola
videomaker Marco Foti
Milano, La Cavallerizza dal 5 al 7 ottobre 2018

www.Sipario.it, 7 ottobre 2018

Quattro amici condividono il sogno di diventare una band di successo ma, con la morte di uno di loro, i restanti tre, decidendo di vendicare il compagno perduto, intraprendono la strada verso la criminalità.
'Nemici per la pelle' è un dramma corale in cui i quattro protagonisti dividono la scena, la parola e persino il cibo. Peppe, Fede e Marco entrano uno alla volta e si accomodano ognuno al proprio posto intorno ad un tavolo dove ad aspettarli c'è Paolo, arrivato all'appuntamento prima di tutti. Li scruta, li fissa, ma le sue labbra non emettono fiato. E mentre gli altri urlano, sbraitano e minacciano di ammazzarsi l'uno l'altro lui è ancora immobile nel corpo, l'unico spostamento visibile è quello delle palpebre. Ciò che resta di Paolo è il suo spirito, ancora fedelmente vicino ai suoi compagni di vita.
L'interrogativo posto di frequente dai protagonisti è: "cosa saremmo potuti diventare se avessimo continuato con la band?". Discorsi pieni di ma e se, supposizioni e dubbi affliggono le loro teste ma mai nulla di concreto esce dalle loro bocche. Come anime intrappolate nel passato, che cercano disperatamente la luce alla fine del tunnel, le loro vite sembrano rotolare verso il basso senza alcuna possibilità di frenata. Ma la vera catastrofe avviene quando la loro unica certezza, quella di essere una famiglia senza segreti, viene a mancare. Il duro colpo è la causa dello sgretolamento del loro legame.
Nel corso degli eventi il cibo ha un ruolo importante ed il modo in cui viene strumentalizzato lo rende a sua volta un oggetto dal quale ricavarne un messaggio. I cornetti, per esempio, vengono portati da Marco che tenta invano di addolcire la verità amara che sta per annunciare ai suoi compagni. La sigaretta è utilizzata come diversivo nei momenti di tensione: Peppe ne accende una per sfogare il suo stress mentre Marco fumandola manifesta menefreghismo. L'alcol serve invece per affogare i pensieri negativi alleggerendo la mente.
Ma la vera protagonista dello spettacolo è la luce, capace di frantumare la narrazione in diverse particelle di uno stresso corpo. I personaggi sfruttano la sua potenza creando un gioco di luci e ombre che ricordano la corrente espressionista, dove i corpi diventano deformi ed i volti in parte oscurati. Si rivelano alla luce ma agiscono nell'ombra. Gli atti immorali vengono commessi dove non c'è luce a testimoniare. Usufruendo di questo strumento è stato possibile assistere a delle dissolvenze narrative che hanno dato vita ad un ricordo, un flashback, dove i quattro ragazzi sono ancora tutti insieme.
Nonostante la scenografia poco elaborata non mancano colpi di scena e azione. Ciò che conta davvero in 'Nemici per la pelle' sono le parole. Sono loro la vera lama capace di ferire l'animo umano, più dei pugni o dei colpi di pistola. Le azioni dei personaggi non sono altro che una conseguenza delle parole pronunciate, i loro gesti sono una risposta ad affermazioni scomode e difficili da accettare. Ma a differenza delle parole, che spesso vengono dimenticate, sono le azioni ciò che resta di immutato nel tempo. Le azioni hanno così la responsabilità di rivelare la vera natura dei singoli personaggi.

Francesca Totaro

Ultima modifica il Martedì, 09 Ottobre 2018 09:03

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