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MAMMA PIU' FORTE DEL MONDO (LA) - regia Matteo Alfonso e Tommaso Benvenuti

La mamma più forte del mondo La mamma più forte del mondo Regia Matteo Alfonso e Tommaso Benvenuti

di Barbara Moselli, regia di Matteo Alfonso e Tommaso Benvenuti. Con Orietta Notari, Barbara Moselli, Vito Saccinto. Scene di Roberto Bivona e Stefania Cempini. Realizzazione scene Roberto Bivona e Stefania Cempini, bozzetti di scena Giorgia Marinelli, costumi Stefania Cempini, luci Mauro Marasà. Direttore di scena Roberto Bivona, direttore di produzione Marta Morico.
Produzione Teatro Stabile delle Marche in collaborazione con Compagnia NIM, neuroni in movimento.
Anteprima al Teatro comunale di Montecarotto (Ancona), 28 aprile 2012

www.Sipario.it, 2 maggio 2013

Spettacolo vincitore del progetto Game 2012 dello Stabile delle Marche per artisti under 35, La mamma più forte del mondo è un buon compromesso tra ricerca sul contemporaneo e critica sociale. Fratello e Sorella, trentenni ed entrambi alle prese con emergenze della propria identità e velleità dell'età, sono legati alle sorti della loro Mamma, cinquantacinquenne pseudo-emancipata che ha sempre lavorato e coniugato le esigenze dei figli anteponendole alle proprie, fino a farle completamente sparire. Col risultato che ora, alle prese con la vita adulta, Fratello e Sorella non solo non hanno nome proprio, non esistono al di là dei loro ruoli e non possono staccarsi da lei, ma non riescono neppure a stare lontani l'una dall'altro.

È il vivere patinato degli anni Cinquanta, con la piccola e deliziosa cucina fornita di elettrodomestici di ogni sorta, che viene a cozzare con "fantastico" il mondo dei cartoni animati degli anni Ottanta. Due realtà illusorie e dai tratti evanescenti: la scenografia insiste su questo particolare "fumettizzando" gli arredi con colori accesi e i contorni ben marcati come se i personaggi vivessero in un eterno cartone animato. Un particolare che, a dirla tutta, nasconde la chiave del testo. Non è il mammismo soffocante ed esasperato il male alla base del bamboccionismo moderno, quanto l'isteria collettiva di cui sono responsabili società e istituzioni, che ha impedito ai genitori di crescere i figli responsabilizzandoli (che fine abbia fatto il Padre, ad esempio, non viene mai detto) e ai figli di educare al rispetto questi genitori rivoluzionari, idealisti e, in fondo in fondo, molto moralisti. In scena, Orietta Notari è perfetta nei movimenti goffi e ansiosi della "mamma-mammona", Barbara Morelli (alla sua prima drammaturgia) è una nevrotica primogenita incapace a decidersi tra la vita vera e la famiglia e Vito Saccinto un simpatico cucciolone scodizzolante con istinti matricidi.

Silvia Barocci

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2013 13:24

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