di Ariel Dorfman
con Nicola D'Eramo, Martino Duane, Daniela Tosco
regia: Riccardo Cavallo
Roma, Teatro dell'Orologio, Sala Artaud, dal 6 maggio al 1 giugno 2008
se la vittima processa il carnefice
Nella sala Artaud dell'Orologio è tornato lo spettacolo con cui Riccardo Cavallo aprì, qualche stagione fa, il calendario del teatro di Moretti. Era un 11 settembre. Come l'11 settembre 2001 dell'attentato alle Twin Towers, e l'11 settembre 1973 del golpe da cui ebbe inizio la tragedia cilena raccontata ne La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman. Cavallo ripropone fino al primo giugno questa pièce dello scrittore cileno con tre dei suoi attori: Nicola D'Eramo, Martino Duane e Daniela Tosco. Il testo è spesso rappresentato in teatro, e in una nota edizione di Broadway aveva un cast cinematograficamente composto da Glenn Close, Gene Hackman e Richard Dreyfuss. Nel '94 ci pensò Polanski a trasformarlo in pellicola, protagonisti Sigourney Weaver, Stuart Wilson e Ben Kingsley.
Attraverso la storia una donna che - quindici anni prima del momento storico in cui la vicenda è ambientata - è stata torturata e seviziata da uno degli esecutori della dittatura cilena per la sua attività anti-regime, Dorfman racconta la tragedia del paese da diverse angolazioni. Un giorno Pauline pensa di riconoscere il suo aguzzino nell'apparentemente mite medico Miranda. Lo imprigiona, coinvolge il marito avvocato (peraltro facente parte di una commissione sui crimini fascisti) e sottopone il presunto torturatore a un processo in piena regola. I drammi psicologici vissuti dai tre protagonisti rispecchiano le facce della tragedia della nazione. In sottofondo, il Quartetto n. 14 in re minore di Schubert (La morte e la fanciulla, per l'appunto), la musica che Pauline era costretta ad ascoltare durante il supplizio e che adesso scandisce il suo tentativo di rivalsa.
Paola Polidoro