venerdì, 29 marzo, 2024
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MAMMA MAFIA PIZZA SPAGHETTI MANDOLINO - regia Walter Leonardi

Mamma Mafia Pizza Spaghetti Mandolino Mamma Mafia Pizza Spaghetti Mandolino Regia Walter Leonardi

un evento sull'Italia contemporanea
uno spettacolo di Walter Leonardi
con Walter Leonardi e Paolo Li Volsi
musiche originali tratte dal disco "Organizzo Eventi" di Walter Leonardi e Paolo Li Volsi
musiche eseguite da Orazio Attanasio (Violino/Mandolino), Raffaele Kohler (tromba) e Marco Casari (percussioni)
Teatro della Cooperativa, Milano dal 29 novembre al 4 dicembre 2011

www.Sipario.it, 15 arpile 2012
MI VENDO MA, ANCHE, NO e dico FucK You BECAUSE? because, WE CAN
e quando siamo arrabbiati, siamo, ribelli, maleducati e diciamo, pure, le parolacce

Le migliori parole sono quelle che non si dicono e non si scrivono: rimbombano forti tra le quattro pareti del teatro della Cooperativa in questo spettacolo in 10 flash sull'Italia contemporanea. mafia spaghetti pizza e mandolino un cliché esportato con successo in tutto il mondo che diviene, infatti, in questo spettacolo portato in scena da Leonardi una performance pericolosa in 10 flash animati da un modello di vita divenuto, purtroppo, per noi, oggi, il più normale. E, allora: by, addio a Leonardi e a ciò che dipinge in questo spettacolo. Un evento scenico che ci fa volare presto via fuori da teatro in cerca di ossigeno per sopravvivere ad una realtà distorta dal cinismo che, ormai, anima, sempre più, il nostro quotidiano. Leonardi rivela, infatti, con questa sua produzione le sue doti di mattatore e la capacità di far attorcigliare le budella dal ridere al pubblico ma di contribuire a fargli accartocciare la mente di fronte al quotidiano all'uscita da teatro nel pensare al domani e, nell'oggi , anche, solo a chi sorridere con gentilezza alla fermata del tram, non sia, mai, si pensi, sia un ammiccare al nostro prossimo. Non solo cabarettista, quindi, Leonardi ma, attore, mattatore, come, ce ne sono stati molti nel corso della storia da, Emanuel a Rossi e a Salvini prima che passassero ad una visione d'ensemble ma, a differenza di Leonardi, con un repertorio diverso. Leonardi, infatti, ci offre dieci istantanee di ciò che ci circonda nel nostro Paese; dieci eventi di fronte ai quali tutti, tra il pubblico, inevitabilmente, siamo chiamati ad assistere senza poterci sottrarre, perché, appartenenti al nostro quotidiano ad una mentalità, ormai, diffusa in tutti gli strati della nostra società che sarebbe ipocrita ignorare, anche, se, le migliori parole sono quelle che non si dicono.

Tuttavia, la nostra miopia con gli anni è divenuta, talmente, forte che i campi del sapere sono ancora scissi e non applicabili al quotidiano e ci fan perder, così, la gioia della condivisione e dell'amicizia, quella dimensione gratuita che estingue la mercificazione del corpo ed è, solo, invece, condivisione di una visione del mondo che lotta con gli altri contro il cinismo del libero scambio in politica come in amore, nel privato e nel pubblico e ci consente con i grandi poeti come, Walt Whitman di condividere la bellezza del nostro mondo composto da tanti elementi di varia e più o meno sconfitta umanità. Tutti, così, uguali ma, così, diversi. Così vicini ma, così, lontani. Un mondo, quello in cui viviamo, ancora, per noi, l'unico dei migliori dei mondi possibili, perché, l'unico praticabile. E' così che, l' how much e il why not, oggi, divengono un indignato: Ma, anche, no! No, a ciò che ci presenta in scena Leonardi e alla visione di una realtà propria solo ad una piccola porzione del mondo reale quella fatta di alcuni Alcuni, perché, anche, tra loro nel corso dei secoli si è assistito all'eccezione che conferma la regola, cioé, all'emergere dei mecenati, come, tra i reietti e i disperati l'emergere di qualche eroe che ha influenzato il corso della storia con qualche gesto generoso e gratuito passato sotto silenzio dai media ma, frequentemente, intessuto nel quotidiano da far gridare al miracolo che si consuma per strada lontano dalle beatificazioni canoniche e dai riflettori e che scompaginando le fila del male del nostro secolo e della tirannide ci consentono ancor, oggi, di procedere più sereni a testa alta guardando al futuro coltivando il sogno di una realtà migliore, quella, ideale. Perché, we can e we can say, fuck you. Io non ci sto! E' così che chi sa sognare ad occhi aperti, con l' idealismo sconfigge il caos e il cinismo della realtà apparente perché il Non c'era una volta, altra grande menzogna, stanca lamentela dei vecchi malvissuti la falsa, distorta visione di quel desiderio di happy end che dalle sue origini consente all'uomo di continuare a lottare per la sua sopravvivenza e di sfuggire alla facile omologazione di una visione cinica della realtà che porta ad un tragico viaggio verso il silenzio ad un ripiegamento tale su sé stessi che è implosione del nostro universo cioè, the end. Grazie, Leonardi. Enjoy yourself.

Cinzia Viscomi

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Ottobre 2013 13:32

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