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LA MISTERIOSA FIAMMA DELLA REGINA LOANA - regia Giuseppe Dipasquale

Giulia Di Quilio in "La misteriosa fiamma della Regina Loana", regia Giuseppe Dipasquale Giulia Di Quilio in "La misteriosa fiamma della Regina Loana", regia Giuseppe Dipasquale

di Umberto Eco
Adattamento e regia di Giuseppe Dipasquale
Interpreti: Ninni Bruschetta, Viola Graziosi, Antonello Angiolillo, Cesare Biondolillo,
Giulia Di Quilio, Alberta Cipriani, Chiara Catalano, Gabriella Casali
Musica originale: Giorgio Conte
Assistente alla regia: Alessia Centofanti
Referente musicale: Emiliano Ardini
Sarta: Isabel Passayan
Staff tecnico: TSA
Produzione: Teatro Stabile d’Abruzzo
Prima nazionale: Teatro greco-romano di Taormina 6 settembre 2022

www.Sipario.it, 7 settembre 2022

Così pesante il romanzo La misteriosa fiamma della Regina Loana di Umberto Eco – du cugghiuni direbbe Cetto La Qualunque di Antonio Albanese – così leggero lo spettacolo di Giuseppe Dipasquale messo in scena al Teatro greco-romano di Taormina. Leggero non vuol dire superficiale anche perché quelle centinaia di miglia di nomi del romanzo, riferiti a personaggi storici, filosofici, letterari, poetici, pittorici, musicali etc..etc…, riescono a volare via come aquiloni o piccole mongolfiere sul palcoscenico del Teatro, agghindato soltanto con pochi arredi e uno schermo centrale su cui scorrono in quasi due ore le 441 citazioni e illustrazioni del libro di Eco, in grado di esaltare la bella regia di Dipasquale. A tutto ciò vanno aggiunte le accattivanti musiche di Giorgio Conte, le canzoni scritte dallo stesso Dipasquale e l’interpretazione straordinaria di Ninni Bruschetta nel ruolo principale di Giambattista Bodoni, alias Yambo, libraio, antiquario e scrittore, una sorta di Guglielmo da Baskerville contemporaneo e canterino, un tempo sbucato fuori da Il nome della rosa, in grado di esaltare le doti eruditissime dello stesso Eco. Il quale immagina che il suo libraio venga colpito da un ictus, svegliandosi dopo alcuni giorni completamente senza memoria. Il medico che lo cura, tale Gratarolo di Cesare Biondolillo, gli dice che lui ha perso la memoria episodica, riferita alla sua vita personale di relazione con gli altri, compresi amici e parenti, ma che conserva la memoria semantica che in soldoni significa che è in grado di ricordare le sue conoscenze culturali comprese le nozioni apprese a scuola. Gli sono vicino le figlie Carla e Nicoletta (Chiara Catalano e Alberta Cipriani), il suo migliore amico Gianni Lavelli, quello che Antonello Angiolillo interpreta con la erre moscia e chiaramente l’amorevole moglie Paola di Viola Graziosi che per ritrovare la memoria lo spinge a recarsi nella casa di campagna di Solara, simbolicamente una cassaforte dei suoi ricordi d’infanzia. Rivelandosi il luogo una sorta di cornucopia da cui vengono fuori vecchi quaderni, libri antichi, dischi a 78 giri, foto e fumetti a go-go, facendo ripiombare Yanbo in quegli anni mussoliniani in cui si cantava signorinella pallida oppure se potessi avere mille lire al mese, riuscendo lentamente a recuperare parte del passato. Adesso gli viene incontro l’energica governante Amalia di Gabriella Casali, l’attraente assistente polacca Sibilla Jasnorzewska di Giulia Di Quilio con la quale pare abbia avuto una tresca amorosa e che verso la fine apparirà nei panni sensuali della Regina Loana, protagonista dell’albo a fumetti di Cino e Franco, la quale mi piace disegnarla con le stesse parole di Eco: «Essa si mostra col suo casto reggiseno, una gonna che quasi le scopre l’ombelico, il volto celato da un velo bianco, un pennacchio sul capo e un ampio mantello mosso da un fievole vento, ancheggiando leggiadra tra due mori vestiti da imperatori degli Incas». Forse si sono accumulati troppi ricordi in pochi momenti, cui s’aggiunge il ritrovamento nella biblioteca del nonno d’un libro antico che aveva cercato inutilmente per tanti anni e il cervello di Yambo subisce un altro ictus, questa volta più grave del primo che lo fanno ripiombare in uno stato d’incoscienza, in cui tuttavia riesce a recuperare gran parte di ricordi che gli mancavano, ma allo stesso modo di Martin Eden protagonista dell’omonimo romanzo di Jack London, nello stesso istante in cui seppe, cessò di sapere. Molto festosi gli applausi al Teatro greco-romano decretati ad uno spettacolo che ricorda un po’ il varietà e l’avanspettacolo d’antan e che certamente avrà successo quando verrà ripreso nelle prossime repliche.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Venerdì, 09 Settembre 2022 09:31

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