con Nancy Brilli e Chiara Noschese
di Margaret Mazzantini
regia Leo Muscato
produttore esecutivo Michele Gentile
organizzazione Carmela Angelini
produzione Enfi Teatro – Artisti Riuniti – Il Parioli
Stagione 2021/2022
Roma – Teatro Il Parioli dal 18 al 22 Maggio 2022
Torna Manola di Margaret Mazzantini dopo un abbondante ventennio di assenza dalle scene. Nancy Brilli e Chiara Noschese, con verve comica sagace ed una leggerezza interpretativa raffinata, hanno dato vita a uno spettacolo divertente e godibile seppur dalla trama tenue e priva di grande respiro.
È la storia di due gemelle, Ortensia e Anemone. La prima brutta e piena di complessi, dominata da ansie e nevrosi. La seconda, al contrario, disinibita e frivola, dedita ai soli piaceri che la vita può offrire. Entrambe decidono di recarsi da una tale Manola - personaggio evocato ma sempre assente dalla scena -, forse una psicologa o una specie di maga, a raccontare le loro vicende.
In un alternarsi continuo di storie, fatti, aneddoti evocati, le biografie di queste sorelle procedono separatamente, l’una presentandosi come l’opposta dell’altra. Ortensia è sfortunata, chiusa in sé, il mondo la rifiuta perché è brutta e noiosa, non trasmette gioia ma solo livore e amarezza; e perciò nessuno vuole avere a che fare con lei, pur essendo persona intellettualmente valida e ricca di spunti e cultura. Anemone, invece, è l’esatto opposto: bella, sfacciata, provocante, sensuale, divertentissima, ignorante e senza alcuna visione o progettualità; malgrado ciò, tutti ne sono affascinati.
Ortensia un giorno si innamora di Poldo, un tale buzzurro, sporco e ignorante, fiero di tale mediocrità che ostenta. Ma questi, dopo un primo ingannevole momento, finirà per essere attratto da Anemone. I due si sposeranno e Ortensia tornerà a restare sola.
Ma, man mano che passano gli anni, qualcosa succede. Anemone diventa giorno dopo giorno sempre diversa. Invecchia precocemente, ingrassa, la sua frivolezza scompare del tutto. Diventerà una donna ordinaria, tutta casa e faccende, trattata dal suo consorte come una serva. Si alcolizzerà per lenire la sofferenza.
Ortensia, dal canto suo, si farà sempre più bella; e diventerà via via più gioiosa e frivola: come per naturale destino si trasformerà in Anemone e Anemone finirà per diventare Ortensia.
Ferma restando la bravura delle due interpreti principali, chi spicca maggiormente per capacità recitativa e tempi comici cronometrici è di sicuro Chiara Noschese, che ha tratteggiato un’Ortensia che pare fuoriuscita dalla penna del miglior Paolo Villaggio, ma senza quel cinismo e quell’ironia perfida che l’autore genovese metteva nelle sue creazioni.
Manola non lancia messaggi di tipo civile. Non ha sottotesti. Non occhieggia a situazioni del nostro presente. Racconta una storia; una storia che tutti possono più o meno aver vissuto. Ma il cielo narrativo ch’essa crea è piccolo per assurgere a metafora o archetipo. Uno spiare, questo, dal buco della serratura come era solito fare Moravia; ma, nel caso specifico, la serratura è molto stretta e poco offre alla vista.
Buona la regia di Leo Muscato che all’insieme ha fornito quella sintesi che ha permesso al testo della Mazzantini, esitante e non rapido a lettura, di guadagnare in esultanza e leggerezza.
Pierluigi Pietricola