Non si torna indietro dalla felicità
di e con Filippo Timi
e con Emiliano Coltorti
costumi Fabio Zambernardi
assistenti alla regia Beatrice Cazzaro, Daniele Menghini
macchinista Alberto Accalai
capo elettricista Gianni Gajardo
elettricista Cristiano Cramerotti
fonico Domenico Ferrari
sarta Chiara Lo Mauro
truccatore Enrico Maria Ragaglia
amministratrice di compagnia Carlotta Pircher
Scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
produzione Teatro Franco Parenti
Prima nazionale
Milano, Teatro Franco Parenti 13 e 14 gennaio 2022
Uno spettacolo emozionante e suggestivo, lo dicono gli aggettivi stessi, richiama alla mente dello spettatore le referenze e le immagini che gli sono più care (ciascuno ha le sue): la potenza è, per l’appunto, evocativa. Chi scrive, assistendo a Mrs. Fairytale – ultimo testo dal titolo di Filippo Timi, in scena in prima nazionale dal 30 dicembre al 14 gennaio e dal 18 al 23 gennaio al Teatro Franco Parenti di Milano – ha rivissuto il teatro di Annibale Ruccello, ma anche Glenn Close nel film The Stepford Wives (Frank Oz, 2004) e Bette Davis in What Ever Happened to Baby Jane? (Robert Aldrich, 1962).
Una messinscena che strilla, che sbatte, che scuote: che strappa risate, ma nello stesso tempo fa mordere le labbra. Filippo Timi sul palco è una rock star: balla, canta, suda, lancia acuti e strilli cavernosi; getta via la parrucca, la recupera, scaglia oggetti, si rivolge al pubblico in sala improvvisando. Il testo è suo, così come la scena e l’attenzione di chi sta ad ascoltare.
Mrs. Fairytale è certamente un testo sulla solitudine e sull’abbandono, sugli amori (e sui vissuti) irrisolti, ma – crediamo noi – è soprattutto una riflessione provocatoria, una denuncia, che ritrova (innestandosi nella contemporaneità) la missione politica del teatro.
Filippo Timi veste di nuovo i panni della casalinga anni ’50, già protagonista di Favola (spettacolo prodotto proprio dal Parenti nel 2011). Stavolta è Capodanno, ma Mrs. Fairytale sembra non avere ragione di festeggiare: è sola in casa, lontana in tutti i sensi dal marito Stan. Nulla sembra essere in grado di penetrare la sua delirante solitudine, a parte le telefonate alla mamma (anche queste, naturalmente, all’insegna delle distanze e delle incomprensioni). Intorno a lei, che indossa un abito a fiori gonfio di malinconia, ci sono un delizioso salottino lindo e pinto, tendine pastello, un barboncino bianco impagliato e una misteriosa figura maschile: un eroe dei nostri tempi, direbbe qualcuno, la cui impresa consiste nel guardare oltre le apparenze e oltre ciò che è visibile; la cui impresa consiste nella poesia. Una bottiglia di whiskey e una colonna sonora di soffusi brani jazz anni Cinquanta fanno il resto.
L’America delle battaglie civili, delle lotte per i diritti dei neri che cercano di guadagnarsi un posto a sedere sugli autobus – ahinoi! – non è tanto diversa dall’Italia di oggi, dove dei diritti civili chi di dovere sembra sbattersene…
Filippo Timi ritorna con Mrs. Fairytale al Parenti, dopo aver debuttato in questa stagione con due spettacoli: Promenade de santé e Cabaret delle piccole cose.
Giovanni Luca Montanino